Meda – Obbligo di dimora a Inverigo (con facoltà di recarsi a Erba, dove lavora) almeno sino a quando in Valtellina i pendii del fuoripista non saranno più innevati per Gabriele Volontè, il 29enne comasco accusato di valanga colposa e da ieri anche di omicidio colposo, dopo la morte in ospedale a Bergamo dell’amico 72enne Emilio Borgonovo. Così ha deciso il Gip di Sondrio Pietro Della Pona che ieri, nell’aula 12 del tribunale di Sondrio – ha convalidato l’arresto facoltativo dell’operaio di Inverigo finito in manette domenica pomeriggio a Bormio, dopo essere scampato alla slavina che ha travolto e ferito gravemente l’anziano di Meda con cui si era avventurato in un fuoripista.
Il Gip ha però definito «edulcorata» la posizione del giovane ed ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari avanzata dal pm Stefano Latorre (che ora avrà dieci giorni per decidere se fare o meno opposizione) e così Volontè ha potuto lasciare il carcere di Sondrio già nella tarda mattinata di ieri. «Gabriele è scosso per quanto accaduto – fa sapere l’avvocato Andrea Righi che con il collega Salvatore Pino segue il caso -. Borgonovo per lui non era solo un amico di famiglia ma era come un secondo padre e la sua morte lo ha profondamente provato». Sciatore provetto, il comasco frequenta da anni, assiduamente, l’Alta Valtellina dove i suoi hanno un appartamento in affitto.
Anche Borgonovo, originario di Meda, in Alta Valle era un ospite fisso. Il comasco e la sua fidanzata, domenica mattina, avevano deciso di andare a sciare con Borgonovo e un altro amico a Bormio 3000. Dopo un breve tratto di discesa il pensionato ha proposto al 29enne di abbandonare la pista e di lanciarsi giù per un canalino dove gli avrebbe mostrato “la via dell’acqua”, un tracciato attraverso il quale avrebbero potuto ricongiungersi agli amici che nel frattempo – via pista – si sarebbero recati Bormio 2000. Oltrepassata la corda che delimita la neve battuta («non ho visto alcun cartello di divieto», ha detto al Gip) sono scesi in parallelo in neve fresca. Dopo pochi minuti si sono fermati: Volontè più a valle di pochissimi metri rispetto al Borgonovo che ad un tratto ha urlato: «Occhio… occhio». Il giovane fa appena in tempo a spostarsi alla destra che la massa nevosa travolge l’amico e lo sfiora. A quel punto Volontè chiama con il cellulare l’amico che con la sua fidanzata era sulla pista e chiede aiuto.