Monza, petrolio nel Lambro: «Nessun pericolo per la falda»

Elezioni 2013: tutti i brianzoli eletti a Camera e Senato immagine

Monza – Una bomba ecologica alle porte di San Rocco. E così, del disastro del Lambro si è parlato venerdì scorso in circoscrizione Tre, in un’assemblea pubblica convocata dal parlamentino di quartiere; presenti i responsabili dei vari servizi che hanno affrontato l’emergenza (Alsi, Brianzacque, Arpa, Asl, Acsm-Agam), l’assessore all’Ambiente Giovanni Antonicelli, assieme a rappresentanti delle amministrazioni di Brugherio e Villasanta. Esperti e amministratori che, per la verità, non hanno del tutto tranquillizzato i cittadini presenti (pochi, e che si sono chiesti soprattutto come fosse stato possibile perpetrare un sabotaggio di questa portata, senza che fossero scattate le misure di sicurezza), anche se tutti hanno ribadito un punto: rischi per la salute non ce ne sono. Almeno al momento; perché sono stati gli stessi responsabili delle verifiche sulla qualità dell’acqua di falda (Asl, Alsi, Arpa) ad aver spiegato che, se i primi rilevamenti effettuati dopo il 23 febbraio non hanno presentato anomalie, l’infiltrazione della falda può richiedere anche delle settimane. Ecco perché, hanno assicurato i “tecnici dell’acqua”, i controlli saranno intensificati per i prossimi 12 mesi.

I rilevi svolti sinora, incrociati e in pratica quasi giornalieri, essendo stati effettuati in giornate diverse da Arpa, Asl e Agam, hanno riguardato varie zone. Innanzitutto, i pozzi situati presso la Lombarda Petroli e il depuratore, prime “sentinelle” per il monitoraggio di eventuali presenze inquinanti. «Tutte le analisi sinora effettuate ci dicono che non vi è stato alcun peggioramento nella qualità dell’acqua, quindi possiamo escludere che la falda sia stata contaminata dagli idrocarburi fuoriusciti dall’ex raffineria», ha spiegato Angelo Pirovano, responsabile dell’Arpa a Monza e Brianza. Tuttavia, hanno aggiunto i responsabili di Asl Giovanni Bonfà, e di Acsm-Agam, al contrario di quanto accade in superficie, i carburanti sversati tendono a percolare in profondità lentamente, e solo sul lungo periodo si capirà se la falda sarà stata intaccata o no.

Nel frattempo, all’interno della Lombarda Petroli è stata avviata una prima bonifica del terreno, con la rimozione di uno strato di terra spesso 20 centimetri, ripetuto nei settori che risultavano ancora inquinati dal carburante sversato. Il terreno è poi stato stoccato e messo in sicurezza con teloni impermeabili, per evitare dispersioni in caso di pioggia, in attesa che venga rimosso. «Ci avete dato tanti bei dati, detto cosa avete fatto per contenere il disastro, ma non ci avete spiegato perché questo non è stato prevenuto, e di chi la responsabilità della mancata prevenzione”, hanno però spiegato i cittadini che sono intervenuti all’assemblea. “Sarà la magistratura ad accertare (speriamo in tempi brevi) le responsabilità di quanto accaduto», ha chiosato Antonicelli.
Giuliano Da Frè