Desio – Senza lavoro e senza casa. Vivono da un mese all’aperto, in un giardino pubblico della città. Non hanno più nulla. Antonio Bruno, 52 anni e Marcello Cattani, 58 anni, sono disperati. “Abbiamo perso tutto” dicono con rassegnazione. La crisi economica ha davvero cambiato la loro vita. Da lavoratori a disoccupati, a senza tetto. Il passo è stato veloce. “La ditta per cui lavoravo ha chiuso- dice Antonio Bruno- e improvvisamente sono rimasto senza lavoro. Non sono più riuscito a pagare l’affitto di casa e le bollette. Ho dovuto lasciare l’appartamento. Non so più dove andare”.
Da qualche settimana è costretto a vivere in un parchetto pubblico, sotto le fronde di un grande albero. Ha incontrato Marcello Cattani, anche lui disoccupato, con cui ora condivide le tante difficoltà della vita quotidiana. “Non sono un barbone- dice Bruno- sono un disoccupato. Non sono qui per scelta”. Il desiano, diplomato perito meccanico, non trova più lavoro. “Tutti i giorni presento il mio curriculum alle diverse aziende della zona, ma finora non mi ha risposto nessuno”. Situazione tragica anche per Marcello Cattani: “Facevo il portiere negli alberghi, poi mi hanno licenziato e ho iniziato a vivere di stenti, per la strada. Ora mi trovo qui, senza niente”.
I due sono diventati amici. La vita per loro è davvero dura. “Dormiamo all’aperto. Usiamo i bagni pubblici, che spesso sono sporchi. Non abbiamo più niente”, dicono mentre mostrano quel poco che è rimasto in loro possesso: un paio di pentole e un fornelletto da campo per cucinarsi la pasta, quando va bene. La loro giornata inizia presto, con le prime luci dell’alba. “Ci svegliamo presto, appena diventa chiaro”. Le ore passano lentamente. “Ci facciamo compagnia. Ma ci sentiamo molto soli” raccontano. “Qualcuno che ci aiuta per fortuna c’è. Anche se sono davvero poche le persone che si fermano a chiederci se abbiamo bisogno di qualcosa “. Un po’ di solidarietà l’hanno trovata. “I volontari della Croce Rossa a volte ci portano i viveri. Quando non abbiamo più nulla, ci rivolgiamo alla Caritas o alla San Vincenzo, a cui chiediamo un rifornimento”.
Un pacco di spaghetti. Una scatoletta di tonno. Quando non hai più nulla, ti accontenti di qualsiasi cosa. “Ogni tanto qualcuno ci porta un piatto di pasta” spiegano, mentre giocano a carte, cercando così di interrompere la noia e la monotonia delle calde giornate estive, trascorse senza un briciolo di speranza per il futuro. “Non avremmo mai pensato di arrivare fino a questo punto”. Rabbia, sconforto, tristezza, disperazione. Sono diversi i sentimenti che provano i due uomini. “Quello che fa più male è la solitudine” raccontano, mentre di fianco a loro i passanti portano a spasso il cane o fanno una passeggiata nel verde. “L’indifferenza della gente fa male”.