Un malore prima della partita Intitolato a Edo lo stadio lissonese

Lo stadio intitolato a Edoardo Mauri: da oggi, per sempre. Il quindicenne è mancato a dicembre in seguito a un malore all'ospedale di Lecco (dopo un primo ricovero a Monza). Oggi pomeriggio la cerimonia al campo della Pro Lissone, in via Beltrame.
Un malore prima della partita Intitolato a Edo lo stadio lissonese

Lissone – “Edoardo ci ha lasciato tante cose belle, quando la malinconia prende il sopravvento penso a tutto ciò che ci ha insegnato. E questo è un tesoro che nessuno ci porta via. E’ un dono che rimane nel nostro cuore, egoisticamente in noi tre familiari che lo vivevamo 24 ore al giorno. Lui quando giocava a calcio era felice, molto felice, e io voglio immaginarlo anche adesso così, spero che sia felice anche in cielo. Sì, magari con un pallone in mano…”. E’ Mario Mauri che parla così, ricordando con parole rotte dall’emozione il figlio Edoardo. Edo se n’è andato troppo presto, nel dicembre dell’anno scorso.

Aveva solo 15 anni. Deceduto all’ospedale di Lecco dove era stato trasferito (dopo un primo ricovero al San Gerardo di Monza) in seguito ad un grave malore che lo aveva colpito il 9 settembre, poco prima di scendere sul terreno di gioco del campo di calcio della Pro Lissone. La squadra che lui amava e di cui vestiva con fierezza i colori. Una società che oggi, sabato 6, alle 16, intitola a Edoardo Mauri il campo di calcio di via Beltrame, alla presenza delle autorità comunali. Quello di oggi sarà un pomeriggio di grande emozione, nel ricordo di un ragazzo dal cuore grande, capace di lasciare un segno indelebile. La decisione d’intitolare a Edoardo Mauri il campo di via Beltrame è stata da subito maturata dal presidente della società, Calogero Sieli e poi condivisa dall’amministrazione comunale.

“Con questa intitolazione- afferma il papà di Edo- capisco che tutti hanno voluto bene a mio figlio e spero che gliene vorranno per parecchio tempo ancora. Edo era un bravo ragazzo che ha lasciato un segno nella Pro Lissone e io, mamma Marina, che è colei che ha più forza in famiglia, e il fratello Mattia, ne siamo ultra felici. Edo non ha mai voluto cambiare squadra” ricorda “ha iniziato a sei anni e non ha mai voluto andare via dalla Pro. Voleva bene alla Pro e alla città in cui viveva. Ora questa città dimostra di volergli bene. Come padre ne sono orgoglioso”. Gioia e allegria, se comprensibilmente sono espressioni ancora lontane dalla quotidianità della famiglia Mauri, allo stesso tempo sono implicite e forgiate nel ricordo di Edo.

Il fratello Mattia, 22 anni, porta avanti con grande determinazione il messaggio di tenacia dimostrato dal fratello nella malattia. “Trovo la forza di reagire nella volontà di portare avanti i messaggi che Edo ci ha lasciato e la sua tenacia dimostrata nei mesi della malattia” afferma Mattia “per noi è stata una lezione di vita e tengo molto ad essere il più rappresentativo della lezione di Edo. Lui non ha mai mollato, ha lottato con forza per una causa seria e i suoi valori prevalgono sulla malinconia quando cerca di prevalere”.
Elisabetta Pioltelli