Domiciliari revocati per Antonicelli L’ex assessore di Monza è libero

Revocati gli arresti domiciliari a Giovanni Antonicelli. All’ex assessore monzese a Patrimonio ed Ecologia erano stati concessi il 5 luglio dopo cinque mesi carcere a Varese, dove era detenuto da marzo di quest’anno.
Giovanni Antonicelli
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Revocati gli arresti domiciliari a Giovanni Antonicelli. All’ex assessore monzese a Patrimonio ed Ecologia erano stati concessi il 5 luglio dopo cinque mesi carcere a Varese, dove era detenuto da marzo di quest’anno. Antonicelli ha scelto il processo, al contrario della stragrande maggioranza degli imputati coinvolti nell’inchiesta Briantenopea, i quali, a fronte della richiesta di giudizio immediato formulata nei loro confronti dal sostituto procuratore Salvatore Bellomo, hanno scelto di avvalersi di riti alternativi, come l’abbreviato o il patteggiamento.

L’udienza per l’ex assessore PdL è già stata fissata al prossimo 2 ottobre. L’indagine, condotta dai carabinieri della compagnia di Monza, è quella che ha scosso la città dopo aver fatto emergere le attività di un gruppo criminale capeggiato dal napoletano Giuseppe Esposito, soggetto che gli inquirenti non hanno mai esitato a definire come “personaggio legato a doppio filo ad ambienti camorristici, in particolare al clan Gionta”. L’ex assessore è accusato di aver favorito la banda, nel suo presunto ruolo di “punto di riferimento” all’interno del Comune di piazza Trento e Trieste per gli uomini di Esposito. Un “elargitore di appalti pubblici”, secondo le accuse, a favore delle imprese riferibili ad Esposito. Un presunto scambio di favori tra i due: appalti e lavoro, in cambio del sostegno elettorale che gli uomini di Esposito, detto ‘Peppe o curt’, avrebbero dato allo stesso Antonicelli.

Quest’ultimo, avrebbe chiesto l’impegno di Esposito e dei suoi uomini anche per l’elezione del consigliere comunale milanese Pdl Renzo Di Biase (che non risulta indagato), attraverso volantinaggio, organizzazione di eventi, e vera e propria compravendita di consensi (20 euro veniva pagato un voto singolo, 50 per un’intera famiglia), per aumentare il suo prestigio all’interno del partito di Berlusconi. Dimostrando, in quel modo, di poter incidere anche al di fuori della zona di Monza, dove opera in politica da 20 anni, Antonicelli avrebbe potuto “ampliare la sua sfera di influenza” nel partito, secondo la magistratura. Il politico brianzolo si era già rivolto al tribunale del Riesame per ottenere la scarcerazione, ma l’istanza era stata respinta agli inizi di aprile. L’inchiesta Briantenopea resta aperta su un secondo filone, condotto dai militari della Guardia di Finanza, sempre sotto il coordinamento del pm Bellomo.