Anche una giovane ingegnere brianzola (natya a Besana, casa a Monza) ha diretto le complesse operazioni di recupero del relitto naufragato venti mesi fa all’Isola del Giglio.
«Grande lezione di ingegneria, ma soprattutto grandissima lezione di professionalità e umiltà. Sono distrutta, ma tanto felice e orgogliosa». Così Elena Villa, 34 anni, rientrata da poche ore nella sua casa di Monza – abita nella zona Stazione, poco lontano dal Binario 7 – pubblica questa frase a commento di una fotografia sulla sua pagina Facebook
Elena, laureata in ingegneria edile al Politecnico di Milano, è tra gli uomini e le donne che nei venti mesi dal tragico incidente che provocò trenta morti e due dispersi, hanno lavorato duro per riscattare l’Italia ridicolizzata dal comandante Schettino.
Dal maggio 2008 la brianzola, consigliere comunale di opposizione a Besana Brianza, sua città d’origine, e appassionata volontaria della associazioni umanitarie Emergency e Agape, lavora come ingegnere strutturista di opere civili in cemento armato e acciaio alla Tecon di Assago, che Tullio Balestra e Dario Varisco hanno fondato nel 1982. Proprio la Tecon, una trentina di persone in tutto, tra disegnatori e ingegneri, è tra le aziende italiane che si sono occupate della rimozione del relitto della flotta Costa.
Quando all’alba di martedì la Costa è tornata a galleggiare, Elena, che seguiva con i colleghi le operazioni dal centro di controllo, ha tirato un sospiro di sollievo. «Eravamo tutti tesissimi – ricorda l’ingegnere brianzola – e sentire il fischio della sirena che ha segnato la fine dei lavori, dopo diciannove ore che sembravano interminabili, per noi è stata una liberazione».