Monza, un maniaco tra gli alberi del parco: paura per due ragazze

Brutta esperienza per due ragazze la scorsa settimana in un pomeriggio al parco di Monza, non lontano dalla Villa reale: un uomo tra gli alberi le osservava masturbandosi. L’episodio riaccende il dibattito sulla sicurezza .
Monza, i giardini della Villa reale
Monza, i giardini della Villa reale Fabrizio Radaelli

«Il signore si stava masturbando». Un’esperienza da incubo quella che due ragazze hanno vissuto la scorsa settimana al parco di Monza. Tutto è successo in un tranquillo pomeriggio di domenica.
«Ci siamo sistemate in una zona tranquilla – racconta la giovane, che preferisce mantenere l’anonimato – Avanti di qualche passo, guardando a sinistra, compariva in lontananza il profilo della Villa Reale. Erano le quattro passate. Io mi sono messa a studiare, mentre la mia amica si è addormentata».
Le due, sdraiate sull’erba del prato che si estende accanto al viale della Valle dei Sospiri, indossavano pantaloni lunghi e magliette. Niente di eccessivo, niente di scollato. Eppure. «A un certo punto ho sentito dei rumori – prosegue – Un frusciare costante che proveniva dagli alberi alle nostre spalle. Mi giro ma non vedo nessuno: ho pensato si trattasse di un cane».


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La ragazza riprende a studiare. Ma dopo una ventina di minuti decide di girarsi e di fissare con maggiore attenzione tra gli alberi. «Mi accorgo che c’è una persona». Un uomo. Pantaloni marroni e maglietta beige. «Continuava a muoversi, avvicinandosi e allontanandosi: ho pensato si trattasse di uno squilibrato». La ragazza si rigira, cerca di far finta di nulla, riprende a studiare. Ma ormai non riesce più a stare tranquilla: quando, poco dopo, si volta nuovamente, lo scorge a torso nudo. Si era tolto la maglietta.
«Non appena mi sono alzata in piedi lui è scappato – racconta – Non sapendo bene cosa fare ho svegliato la mia amica, le ho detto di andar via». Le due, alla fine, decidono però di non spostarsi: la situazione sembrava esser tornata alla normalità. Ma la tregua dura solo un quarto d’ora.

«Poco dopo i rumori ricominciano. Mi alzo e mi avvicino agli alberi: ancora lui, fermo a dieci metri da me, senza maglietta e con i pantaloni calati fino alle ginocchia. Si stava masturbando».

La ragazza grida all’amica di chiamare la polizia: non appena sente queste parole l’uomo corre via, sparisce tra gli alberi con le braghe calate. E non si fa più rivedere. Sono circa le 18.30. Le ragazze, decisamente a disagio, tornano a casa. Senza avvisare le forze dell’ordine.
«Mi sono pentita di non aver chiamato subito la polizia, con il cellulare abbiamo anche salvato sulla mappa la nostra posizione esatta – commenta – ma non avevo capito la gravità della situazione finché non l’ho visto con i pantaloni abbassati. Non saprei dirne l’età o altro. Aveva i capelli scuri e ho notato un tatuaggio sul petto, in alto, forse una scritta».

L’episodio riaccende il dibattito sulla questione “sicurezza al parco”: sono passati esattamente due mesi da quando, alla fine di giugno, nei pressi della Cascina del Sole, un uomo aveva tentato di adescare una ragazzina di undici anni pensando che fosse sola. A intervenire in tempo, facendolo scappare, la madre della giovane.