Spirituale, anzi scientifica: l’estetica dell’infinito di Elisa Cella e Silvia Serenari

Lo Spazio heart di Vimercate inaugura la bipersonale di Elisa Cella e Silvia Serenari: un punto d’approdo, il cerchio, due poetiche che partono dagli antipodi. Domenica 3 ottobre l’inaugurazione.
Estetica dell'infinito a Vimercate
Estetica dell’infinito a Vimercate

Perfezione, divinità, l’universo anche nella sua più piccola parte – trascendente o immanente: finitissimo, se si vuole, e allo stesso tempo infinito.

Ed è appunto “Un’estetica dell’infinito” il titolo della mostra che porta allo Spazio heart di Vimercate le opere di Elisa Cella e Silvia Serenari, artiste che vengono presentate come antitetiche nelle premesse e nella poetica ma che spesso convergono sulla stessa forma: il cerchio. Declinandone proprio i due aspetti ricorrenti, dalle cosmogonie in poi: la visione onirica, quasi sciamanica dicono i curatori a proposito di Serenari, tanto quanto l’attitudine positivista di Cella, con il suo microscopio sull’arte.

La mostra viene inaugurata domenica, 3 ottobre, a partire dalle 18 nelle stanze di via Manin 2 a Vimercate, poi sarà allestita fino al 7 novembre. Nate entrambe nel 1974, Elisa Cella è genovese e trapiantata a Monza, mentre Silvia Serenari, nata a Piombino, vive a Livorno. La seconda, con esperienze anche teatrali, ha esposto anche a Gilda Contemporary Art di Milano, E3 artecontemporanea di Brescia, Must di Vimercate, Stazione Palais-Royal di Parigi, Castel Sant’Angelo di Roma: è stata finalista al Terna 01, al Gemine Muse, Premio Combat. Cella, le cui opere sono anche al Mac di Lissone, ha formazione scientifica (è laureata in matematica) è stata finalista delll’Exibart prize 2020 e nel 2021 ha vinto Master Artist a cura di Giacinto Di Pietrantonio, Luca Rossi e Marco Rosa. Nell’ultimo anno ha esposto anche alla galleria monzese Villa contemporanea e ha dato vita, insieme ad altri artisti, al progetto indipendente “L’ora di Mosca”, che si è già tradotto in due mostre a Umbertide e a Casale Monferrato.

“Entrambi immersi in un silenzio avvolgente, entrambi capaci di trasportare lo spettatore in uno spazio sospeso, ordinato, entrambi portatori di significati e riferimenti complessi e motivati, i lavori della Serenari e della Cella paiono rafforzarsi vicendevolmente, producendo con il loro incontro un effetto di notevole intensità” scrive heart alla vigilia della mostra che potrà sottolineare la convergenza di due attitudini: “Se Silvia basa le proprie ricerche sullo studio di filosofie orientali, mitologie, teologia e cosmologia, Elisa attinge alle proprie conoscenze scientifiche. Un dialogo tra due visioni che rimanda a suggestioni leonardesche e all’approccio rinascimentale alla conoscenza, con quel continuo incontro e intreccio tra scienza, alchimia, magia, architettura, poesia, anatomia, filosofia… Luoghi in cui i sogni incontrano la realtà e viceversa, in un continuo scambio osmotico tra ciò che è tangibile e ciò che non lo è”.

La mostra è stata curata da Simona Bartolena e Armando Fettolini e conta sulla collaborazione di Ponte 43. Dopo l’inaugurazione sarà visitabile sabato e domenica dalle 16 alle 19 e in occasione degli eventi in calendario da heart (associazioneheart.it , @associazioneheart, info@associazioneheart.it).n