Serie C, Erba shock: «La Lega Pro è destinata a sparire, il Seregno è in vendita»

Il presidente del Seregno Davide Erba risponde duramente alla squalifica di quattro mesi rimediata dopo il ko con Virtus Verona e annuncia: «La Lega Pro è destinata a sparire, il Seregno è in vendita».
Davide Erba
Davide Erba

«In Italia non ci sono più le condizioni per fare calcio. Il Seregno da oggi è in vendita. La Lega Pro è destinata alla sparizione».
Squalificato fino al 15 febbraio, comunicazione ufficializzata mercoledì dal giudice sportivo, a seguito del confronto verbale con commissario di campo, commissario arbitrale e delegato della procura federale in coda al turno infrasettimanale perso allo stadio Ferruccio contro la Virtus Verona, il presidente del Seregno Davide Erba, delinea così i programmi futuri suoi e della società.

«In Italia – spiega il massimo dirigente azzurro – non ci sono più, allo stato attuale, le condizioni per fare calcio. Continuando su questo binario, la Lega Pro è prossima alla sparizione. Tantissimi imprenditori hanno già mollato il colpo, tanti altri lo stanno per fare. Una grande parte delle società professionistiche è in mano a fondi di investimento, si sta perdendo il senso identitario di questo sport. Gravina da un lato predica che gli azionisti del calcio sono i presidenti ma, nella realtà dei fatti, i presidenti sono solo numeri quando servono i voti, finanziatori quando servono i soldi e bancomat per pagare multe salate e fuori da ogni logica, date senza pesi e criteri. Tutti soldi che servono per mantenere un sistema elefantiaco e con costi illogici».

Il riferimento è alla sanzione di 3mila euro, che ha accompagnato l’ultima squalifica, ma anche più in generale al bilancio della Lega Pro, su cui l’imprenditore brianzolo aveva sollevato perplessità e dubbi, corredate da domande, sulla sua pagina personale di Facebook.

«Evidentemente – conclude Erba – qualcuno pensa che il calcio si possa fare con i soldi del Monopoli. Il Seregno Calcio, pertanto, è da oggi una squadra in vendita. Una squadra per andare bene in questo sistema deve essere integrata nello stesso, chiunque sia una voce fuori dal coro viene additato come un nemico, la classe arbitrale è allo sbando, così come gli osservatori degli arbitri. Tagliando continuamente fondi all’Aia hanno abbassato il livello e mortificato un’intera categoria. Mi auguro che ci sia qualcuno che voglia portare avanti questa squadra e questi ragazzi, possibilmente un seregnese. Dopo 43 anni io l’ho riportata tra i professionisti, ma in questo contesto non ho più la voglia di combattere contro i mulini a vento».