Nova Milanese, Matteo Angioletti: «Le mie tre Olimpiadi, anche con Chechi e Cassina»

Atene 2004, Pechino 2008 e Londra 2012, queste le tre Olimpiadi vissute dall’atleta. «Ad Atene in squadra c’erano Cassina, Morandi, Chechi, Pozzo e Busnari». Ricordi indelebili, compagni di squadra che rimangono amici per sempre come Igor Cassina. E la passione è diventata un lavoro.
Matto Angioletti in azione
Matto Angioletti in azione Giusy Taglia

Ha vissuto tre Olimpiadi Matteo Angioletti, ginnasta novese, ora residente a Suello, vicino Erba, per amore della sua Clara. Ad ogni Olimpiade i ricordi riaffiorano copiosi. E come non potrebbero. Le Olimpiadi sono, da sempre, il sogno di ogni atleta. Erano gli anni d’oro di un team davvero fortissimo della Ginnastica italiana maschile, molti atleti della Ginnastica Meda che in quegli anni dominava, indiscussa, la scena nazionale.

Atene 2004, Pechino 2008 e Londra 2012, queste le tre Olimpiadi vissute da Matteo Angioletti che ha mosso i primi passi presso la palestra della Ginnastica del Centro per emulare la sorella Chiara.

«Tre Olimpiadi vissute in modo diverso – ha raccontato Angioletti – perché diversa era l’età e le aspettative. Atene è stata la prima Olimpiade, avevo 23 anni, avevo davvero tanta voglia di fare. In squadra c’erano Cassina, Morandi, Chechi, Pozzo e Busnari. Coppolino si era infortunato purtroppo. Abbiamo ottenuto il decimo posto a squadre. Ho aperto le gare agli anelli e ho lavorato in un certo senso per Chechi e Morando alzando il livello».

«Pechino è stata l’Olimpiade della consapevolezza – ha proseguito Angioletti – stavo bene, il volteggio era la mia specialità. Il primo salto era davvero difficile e all’epoca eravamo in pochi a proporlo. Andò bene. Purtroppo sbagliai il secondo per il quale, in teoria, ero più tranquillo. Puntavo alla finale che purtroppo mi sfuggì». E infine Londra, l’Olimpiade della maturità. Matteo era già sposato e già papà di Lucia che era presente sugli spalti. Emozioni diverse.

«A Londra volli seguire la cerimonia – ha ricordato Matteo – non potevo non farlo. Almeno una volta». E così fu. L’indomani si gareggiava, ma nel pomeriggio, il villaggio olimpico era vicino allo stadio. I tempi lo permettevano. Matteo Angioletti ha sfilato con la delegazione azzurra. «Fu una bella Olimpiade – ha proseguito Angioletti – anche in quella occasione mi sfuggì purtroppo la finale del volteggio per pochi centesimi. Avevo 32 anni comunque e gareggiavo con ragazzi anche di dieci anni meno di me».

Ricordi indelebili, compagni di squadra che rimangono amici per sempre come Igor Cassina. E la passione per la ginnastica, quella continua. È diventata un lavoro: Matteo è responsabile tecnico di una palestra di Crossfit. Ma c’è di più. Lucia di 9 anni è già nell’agonistica, Anna di 7 pratica ginnastica e il piccolo Tommaso di 4 anni ha manifestato lo stesso interesse per emulazione delle sorelle. Come Matteo a suo tempo. La storia si ripete. E il Dna non mente