F1, #ilCittadinoGp: il risveglio con infradito, birre e salamelle (e quella passerella che allontana i tifosi)

Giornata di sole, ma mattinata di gelo. I 14 gradi del mattino si vincono con alcolici e grigliate. Intanto, il passaggio pedonale rialzato tiene lontani gli appassionati dai protagonisti del circuito
Leclerc sul ponte in ferro alle “quattro strade”
Leclerc sul ponte in ferro alle “quattro strade” Fabrizio Radaelli

C’è chi ha deciso che il Gp di Monza è in Italia. L’equazione è sole e caldo, con consequenziali pantaloncini, magliettina e berretto abbinato. E, per qualcuno, anche infradito. Nonostante il buongiorno del sabato, per chi in autodromo ci ha dormito o arriva presto, sia accompagnato da un termometro che oscilla attorno ai 14 gradi. Per resistere al freddo, al campeggio di Biassono, c’è qualcuno che griglia la colazione e annaffia il tutto con medie di birra. Il risultato è la coda di fronte ai bagni chimici, che interrompe la lunga teoria in avvicinamento a tribune e zone prato. Anche gli addetti alle scuderie, o almeno una buona parte di loro, attendono le 9 per fare ingresso nel paddock, restando in attesa al di fuori dei tornelli per ottemperare alle 9 ore di lavoro contrattualizzate e messe nere su bianco dalla Fia. Sistema british e polite, internazionale. Così diverso da quella Monza passione e contraddizioni che ha creato negli anni un’alchimia unica, benedetta dal rituale dell’abbraccio dei piloti all’ingresso del paddock. Cerimonia mortificata dalla passerella che congiunge parcheggio e paddock, che allontana i tifosi dalla gente annichilendo l’impatto emotivo al Gp, da sempre elemento distintivo di Monza. Senza contare il disappunto dei piloti stessi, costretti a scavalcare uno scheletro di ferro – fortunatamente non bagnato di pioggia – scarpinando per quattro rampe di scale. Un supplizio a cui solo Leclerc, Sainz, Verstappen, Ricciardo e pochi altri si sono sottoposti, nella giornata di qualifiche.