Vimercate: processo Malaspina, sentenza rinviata al 2020 per chi ha scelto l’abbreviato

Salta a Milano la sentenza per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato nell’inchiesta Domus Aurea, indagine nata dal fallimento del gruppo Malaspina di Vimercate.
Un’aula di tribunale
Un’aula di tribunale

Salta al 2020 la sentenza per gli imputati del processo “Domus Aurea” che hanno scelto il rito abbreviato. Nei giorni scorsi, la vicenda giudiziaria nata dall’inchiesta sul fallimento del gruppo del costruttore vimercatese con residenza ad Arcore Giuseppe Malaspina avrebbe potuto mettere il primo punto fermo, ma per un impedimento del gup, la prevista sentenza è slittata a febbraio.

Sono una ventina gli imputati che un anno fa hanno scelto di avvalersi del rito alternativo, accendendo dunque di diritto allo sconto di un terzo della pena. In questo filone processuale, la richiesta di pena più alta, formulata dai pubblici ministeri Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo a novembre 2018, è stata quella a sei anni e mezzo per Giorgio Spinelli, stretto collaboratore di Giuseppe Malaspina. Tre anni, invece, quelli chiesti per Barbara Foti, ex moglie di Malaspina. L’indagine Domus Aurea, a primavera dello scorso anno, era culminata nella retata della Guardia di Finanza, che aveva mandato in carcere e agli arresti domiciliari molti professionisti del vimercatese con accuse di bancarotta, riciclaggio, reati fiscali. Tra questi, anche un ex magistrato della sezione fallimentare monzese (Gerardo Perillo), che invece ha scelto di andare direttamente a giudizio, deciso a difendersi dalle accuse.

Stessa scelta operata dall’imputato principale, l’impresario edilizio Giuseppe Malaspina, scarcerato recentemente e tornato a piede libero per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Attualmente il giudizio ordinario in corso, in piena fase istruttoria. Sarà un dibattimento molto lungo, per la quantità di imputati (una quindicina in tutto) e soprattutto per la complessità della materia, visto che si tratterebbe di un’enorme giro di evasione fiscale attraverso false fatturazioni e di reati legati alla bancarotta fraudolenta. In questa fase, sul banco dei testimoni sfilano i curatori fallimentari e gli investigatori della Guardia di Finanza che hanno condotto la poderosa inchiesta ribattezzata Domus Aurea (“Un lavoro immane, dal punto di vista investigativo, centinaia di migliaia di intercettazioni telefoniche e ambientali”, lo hanno definito in aula).

Gli inquirenti, lo scorso anno, avevano anche sequestrato alberghi di lusso (tra cui un hotel a cinque stelle di Venezia) e il maneggio di Malaspina a Ornago. Secondo le accuse, l’immenso patrimonio dell’imprenditore 64enne sarebbe stato dirottato verso società ‘cassaforte’, lasciando andare in bancarotta l’intero gruppo. A far partire il tutto, era stato un esposto presentato da membri della lista ‘Correzzana Viva’ contro il sindaco Mario Corbetta, salvato dalla prescrizione.