Treni, Trenord azzarda le partenze in orario: ma rischia solo di spostare il problema o una guerra tra poveri

Partenze garantite in orario da Como già da giovedì 29 marzo: ma i ritardi ci sono stati, come sempre, anche nella giornata di venerdì. Trenord si è finalmente mossa per cercare di sanare una situazione di costante disservizio offerta ai pendolari brianzoli. Ma forse non nella direzione sperata.
Stazione Lissone Pendolari
Stazione Lissone Pendolari Gianni Radaelli

Partenze garantite in orario da Como già da giovedì 29 marzo: ma i ritardi ci sono stati, come sempre, anche nella giornata di venerdì. Poi, il piano B: in caso di soppressioni o ritardi superiori ai quindici minuti, prevedere, se la circolazione dei treni lo consentirà, la richiesta alle sale operative per fermare i treni diretti e i Tilo alle Stazioni di Lissone-Muggio e Desio per far arrivare i pendolari brianzoli a Milano. Infine, l’extrema ratio: modifica dell’orario in vigore, oggetto di discussione nei prossimi mesi al fine di garantire una situazione di “normalità” dall’autunno prossimo.


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Trenord si è finalmente mossa per cercare di sanare una situazione di costante disservizio offerta ai pendolari brianzoli. Ma forse non nella direzione sperata. Perché la soluzione prospetta sa molto di tentativo di spostare il problema più a monte. Perché in sostanza Trenord dice: cari pendolari, vi faccio partire in orario i treni da Como verso Milano (che dovrebbe essere una condizione implicita nel servizio offerto). Se non dovesse bastare, verranno bloccati i diretti provenienti o attraversanti la Svizzera (tipo la linea S10 da Bellinzona gestita da Tilo o la linea S40 Varese-Mendrisio-Como) che però vengono quotidianamente utilizzati da altri pendolari i quali dovranno sopportare il peso del “salvataggio” di Lissone e Desio.

Se tutto questo non dovesse essere sufficiente, rivedremo anche gli orari. Nessun cenno a quanto auspicato dai pendolari più volte: carrozze meno fatiscenti, treni maggiormente capienti e non decrepiti, personale certo ed efficiente.

«Quelli che prendono gli S40, S10 o Tilo non hanno lo stesso diritto di chi percorre meno della metà della tratta? – si chiedono i pendolari brianzoli – Partono molto prima, arrivano da più lontano, hanno la metà delle corse a disposizione e spesso fanno ritardo perché incolonnati dietro altri treni perché aggiungere altri potenziali motivi per aggiungere ritardi ai consueti ritardi. La logica giusta sarebbe aggiustare il sistema non penalizzare gli altri. Per esempio, perché non ripristinare il terzo binario a Lissone che per anni è servito a fluidificare il traffico consentendo il sorpasso?».

Si rischia così di dare il via a una “guerra tra poveri” che potrebbe mettere l’una contro le altre le città attraversate dalle linee. Perché i pendolari in riva al Lario città sono già sul piede di guerra per questa soluzione “ad personam”, ovvero “ad Brianzam”, e vogliono andare a farsi sentire dal sindaco di Como, chiedendogli di intervenire.