“Sede di incontri della ’ndrangheta”: il prefetto chiude una pizzeria di Seregno

Il prefetto di Monza e Brianza chiude una pizzeria di Seregno che una informativa dell’antimafia indica come luoghi di incontro della ’ndrangheta. Una parte del ristorante deve essere anche demolito
Seregno - La sede della pizzeria Country di via Colzani
Seregno – La sede della pizzeria Country di via Colzani Paolo Colzani

Decadenza dei titoli autorizzatori relativi alla somministrazione di cibo e bevande e al commercio su aree pubbliche, nonché della concessione di occupazione del suolo pubblico. Sono i provvedimenti, con efficacia a partire da sabato 28 ottobre, che il Comune di Seregno ha adottato nei confronti della pizzeria Country di via Colzani, dopo l’informativa antimafia interdittiva firmata da Giovanna Vilasi, prefetto di Monza e Brianza, alla quale il Comune stesso si era rivolto, chiedendo il rilascio della comunicazione antimafia.

Vilasi ha richiamato una nota emessa mercoledì 4 ottobre dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, in relazione all’operazione condotta a più livelli in collaborazione con la Procura della Repubblica di Monza, la medesima che ha portato all’azzeramento dell’amministrazione comunale di Seregno: nel testo l’esercizio, di proprietà di Santo Sculli, è indicato come il luogo di incontro di alcuni affiliati al locale della ’ndrangheta di Limbiate, nello specifico Fortunato Calabrò e Giovanni Vitalone, ed al locale di Mariano Comense, ovvero Giuseppe Morabito, Domenico Staiti e Rocco Depretis, tutti raggiunti da provvedimenti di custodia cautelare in carcere.

L’INCHIESTA: tutto il dossier

Nondimeno, un peso lo ha avuto il coinvolgimento di Massimo Salvatore Sculli, figlio di Santo, arrestato per i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e detenzione abusiva di armi e munizioni. A Sculli junior è stato imputato un asservimento ad un’organizzazione di notevole spessore criminale, comprendente personaggi originari di San Luca, nel reggino, e capace di spostare enormi quantitativi di merce sul mercato della cocaina, con basi operative a Cabiate, Mariano Comense e Seregno, nonché di aver messo a disposizione «la propria abitazione di Seregno, affinché gli associati occultassero droga, armi e denaro».

La Prefettura di Monza e Brianza ha così ritenuto che l’attività commerciale potesse subire interferenze di natura mafiosa e che sussistesse un reale e concreto margine di ingerenza mafiosa nella gestione degli affari, determinando di fatto la revoca della licenza. Contestualmente, il Comune di Seregno ha provveduto a notificare a Sculli un’ingiunzione per la demolizione della struttura a copertura della parte esterna al locale, destinata al posizionamento dei tavoli, che ad una verifica è risultata abusiva. In proposito gli accertamenti erano già stati effettuati indipendentemente dalle novità giudiziarie recenti e l’ordinanza sarebbe stata adottata comunque.