Droga, le mamme 007 fanno incastrare i figli spacciatori infiltrandosi in chat

Le mamme di due ragazzini si sono inserite nella chat di Whatsapp con cui i loro figli gestivano lo spaccio di droga tra settanta clienti, prevalentemente amici e amici di amici. Tre arresti alla fine dell’indagine partita da Paderno Dugnano.
Lo spaccio correva sugli smartphone
Lo spaccio correva sugli smartphone Mario Schiani

Un gruppo su Whatsapp, ai quali si erano iscritti settanta clienti fedelissimi. Era stato facile per «Vitto spaccino», «Alias» e «Gerry Pot» – i nickname con cui i tre spacciatori in erba si erano ritagliati una nuova identità sul web – creare una «micro impresa» giovanile. Core business: lo spaccio. Fiumi di droga, soldi facili.
Ma i tre giovanissimi pusher – due ancora alle superiori e uno all’università – non si erano accorti che tra i clienti della chat si erano infiltrate anche due clienti insospettabili: le loro mamme. Mascherate dietro due profili fake, sono state loro a collaborare con i poliziotti del commissariato Quarto Oggiaro e a incastrare la scorsa settimana i loro stessi figli.


I precedenti su Whatsapp

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Un’indagine «al femminile» iniziata a Paderno Dugnano: con l’arresto di due ragazzini per spaccio. Gli agenti hanno iniziato a pedinare alcuni contatti, alla ricerca di clienti e fornitori. È stato durante il lavoro di setaccio che una mamma si è presentata in commissariato: «Dottore, forse posso darvi una mano» ha sussurrato con un filo di voce.

Ci vuole coraggio e capacità di razionalizzare il dolore, per denunciare il proprio figlio. Serve prenderlo a due mani, per indagare a fianco delle forze dell’ordine fino a farlo cadere in trappola. Una collaborazione che si è rivelata decisiva: nella doppia veste di genitori e di clienti, le mamme riuscivano a fare avere ai poliziotti dritte sui movimenti dei ragazzi.

Lo spaccio avveniva in un parchetto a Quarto Oggiaro e aumentava nei weekend, in occasione delle feste. I clienti erano tutti amici dei tre spacciatori, amici degli amici o compagni di scuola: una rete di ragazzini che venivano a comprare da molte zone di Milano e di Paderno Dugnano. Il ritmo delle cessioni era continuo. I tre spacciatori sono cresciuti in famiglie regolari. A spingerli a spacciare, il desiderio di avere tantissimi soldi.