Allagamenti, BrianzAcque chiede una task force con Comuni, Protezione civile, Provincia e Regione

Ancora allagamenti a Monza e Brianza, la società BrianzAcque chiede l’istituzione di una task force per affrontare il problema insieme ai Comuni, Protezione civile, Regione e Provincia. “Il problema è nei terreni privati”.
Gli ultimi allagamenti ad Arcore
Gli ultimi allagamenti ad Arcore Valeria Pinoia

Un tavolo di lavoro provinciale per trovare una soluzione agli allagamenti urbani a ogni giro di “bomba d’acqua”. L’appello arriva dalla multiutility BrianzAcque, che gestisce il sistema idrico di tutto il territorio di Monza e Brianza. «Questi nubifragi sono una delle manifestazioni più severe del cambiamento climatico che stiamo vivendo negli ultimi decenni – commenta Enrico Boerci, presidente e amministratore delegato del gestore brianzolo – di cui noi, come gestori delle reti di fognatura, subiamo i danni diretti. È necessaria la costituzione di un’agenda condivisa tra gli attori territoriali per affrontare in maniera sinergica e integrata un problema globale che investe trasversalmente tutti gli ambiti.»

I destinatari sono i Comuni, i Parchi, la Provincia, la Regione e la Protezione Civile, chiamati da BrianzAcque a costituire una task force “che possa agire su più fronti per un problema multilivello, che richiede l’apporto e l’impegno di tutti”.

“Le abnormi quantità di pioggia che, in un brevissimo intervallo di tempo, si sono abbattute sul territorio brianzolo hanno raggiunto picchi di intensità di 160 mm/h – scrive la società dopo gli ultimi episodi – . E se sembrano pochi, basti pensare che, rapportate all’estensione di un comune medio brianzolo, equivarrebbero a milioni di secchiate d’acqua riversate in un’ora, un quantitativo difficile anche solo da immaginare”. BrianzAcque analizza il fenomeno e dice che il problema è nei terreni privati che anziché smaltire le acque al proprio interno, le riversano all’esterno, arrivando nelle fognature (e danneggiandole) e causando gli allagamenti.

«Le vasche volano costruite in questi anni – continua Boerci – hanno confermato che gli investimenti fatti sono una risposta efficace, perché hanno consentito quasi ovunque di contenere i danni delle bombe d’acqua di queste settimane, è però necessario che questi siano affiancati anche da azioni di riduzione a monte degli apporti delle acque meteoriche, soprattutto provenienti da abitazioni private e terreni agricoli, che sfuggono all’ambito di controllo del gestore.» Un esempio? Arcore: lì “ i terreni privati, già grondanti per le piogge della settimana precedente, hanno riversato sulla sede stradale quantitativi d’acqua straordinari, allagando completamente la fognatura e la carreggiata”.