A Biassono nasce la multifactory di “Infatti9”: 3mila metri quadri per lavorare e mettere in comune le esperienze

Da qualche giorno “infatti9”, un’associazione di imprenditori costituita a Biassono nel 2020, ha trovato il sito che desiderava: un’area di circa 3.000 metri quadrati in via Trento e Trieste, 118, sempre a Biassono per far nascere una multifactory dove si mettono in comune pratiche ed esperienze. Tra i soci anche il brand tutto al femminile Waxewul, che ha portato i suoi vestiti al Festival di Sanremo.
da sinistra a destra Alessandra, Carmen e Francesca
da sinistra a destra Alessandra, Carmen e Francesca Annamaria Colombo

Il sogno di realizzare una multifactory, uno spazio lavoro dove operano fianco a fianco piccole imprese, artigiani, professionisti, artisti si è avverato. Da qualche giorno “infatti9”, un’associazione di imprenditori costituita a Biassono nel 2020, dove il nove serve a indicare il numero dei fondatori, ha trovato il sito che desiderava: un’area di circa 3.000 metri quadrati in via Trento e Trieste, 118, sempre a Biassono e da qualche tempo non più in uso. Pian piano stanno arrivando le prima realtà che hanno deciso di vivere questa nuova idea di lavoro condiviso dove si mettono in comune pratiche ed esperienze, ci si aiuta e si migliora a vicenda.

Tra queste c’è il brand artigianale brianzolo tutto al femminile Waxewul, socio di “infatti9”, che il mese scorso aveva raccontato al Cittadino l’avventura al Festival di Sanremo come creatori degli abiti indossati dal cantante Gio Evan.

“Ci siamo fatte portavoci di un messaggio positivo – spiegano le stiliste Francesca Cosentino,Carmen Azzoni e Alessandra Bulzonì – Anche le piccole realtà locali artigianali, invisibili al grande pubblico, possono avere le capacità e le qualità per apparire, con fiducia e grande dedizione, su un palco importante come quello dell’Ariston”.

E ora nella sede della multifactory tante persone e imprese potranno avere nuove opportunità di crescita e di sviluppo preservando o incrementando il loro valore aziendale. Lo spazio lavoro biassonese non è il primo esempio italiano di multifactory. La società di ricerca Osun Wes, che ha seguito “infatti9”, dopo aver preso visione di analoghe esperienze in Europa e negli Stati Uniti, ha creato nel 2017 a Mantova in un’ex area industriale di 7500 metri quadrati un centro che oggi accoglie una cinquantina di attività e nel 2019 un altro centro ad Alzano Lombardo, riqualificando l’ex cartiera Pigna.
Nel prossimo autunno dovrebbe partire una nuova esperienza a Comerio, in provincia di Varese, dove sarà rigenerata una parte dell’ex Whirpool.

Il bello delle multifactory, come spiegano i soci, non è circoscritto solo all’ambito lavorativo ma ha anche un impatto positivo sul territorio: riqualifica e ripopola spazi vuoti senza snaturarli. Non appena la situazione lo permetterà l’associazione “infatti9” si propone di organizzare eventi e occasioni aperte al pubblico per aprire a tutti le porte della sua multifactory.