Monza capitale d’Italia per tre giorni, aveva detto Roberto Maroni durante la presentazione del Gp per esaltarne la centripeta forza su attenzioni, attese e glamour. Monza ombelico del mondo, è quel che invece risulta, all’evidenza dei fatti. Volti e voci dai cinque continenti, durante la settimana del Gp, sono una consuetudine. Così come per Silvia Renée Arias, che per trent’anni ha fatto e continua a fare la spola tra la Brianza e Tres Arroyos, pueblo da quasi 50mila abitanti a sud di Buenos Aires. L’altra parte del mondo.
Lei, 52 anni e una passione per la letteratura che è superata solo da quella dei motori, Monza la vive da decenni. Come fotografa, ma ancor prima come giornalista. Le sue corrispondenze per la Formula 1, quando si trova in Italia, finiscono sulla rivista Parabrisas, mensile motoristico argentino, e su Dosenlauno, nuovo progetto web che racconta di Vettel, Hamilton e soci per i lettori uruguaiani e cileni. Non è l’unica argentina a Monza, Silvia. Le notizie della Brianza scavalcano l’Atlantico anche con Santiago Bargues e le sue righe su Campenones Magazine, o Juan Fossaroli, di Fox Sport.
Ma Silvia, dal 2011, condivide i suoi viaggi per il mondo a caccia di pole e sorpassi con Marc Surer, volto di Sky Sport Germania, conosciuto anni fa. Ma da un lustro divenuto suo marito. Di racconti a bordo pista e aneddoti, insomma, Silvia ne ha da raccontare eccome. «Anche se un ricordo particolare è quello che mi lega ai miei primi anni in Italia. Ricordo le foto in prima Variante, le prime esperienze al seguito della Formula 1, tra Monza e l’Estoril. Andai con Patrizia, una mia amica che faceva da prima voce a Fred Bongusto, a Maranello. Per conoscere il commendatore, Enzo Ferrari. Visitammo Modena, poi lo aspettammo fuori dallo stabilimento Ferrari. Arrivò su una Fiat Croma, ci ricevette e parlammo di Froilan Gonzales, argentino come me. Fu “el cabezon” a regalare la prima vittoria in Formula 1 alla Ferrari, a Silverstone nel 1951».
Ricordi che in Silvia sono vividi e che riemergono con affetto e lucidità, nonostante i centinaia di Gp che le hanno riempito i cassetti della memoria. «Lo scorso anno sono stati 13, quest’anno già 15. Ma in tutto questo trovo il tempo per tornare a casa dalla mia famiglia e di non mancare all’appuntamento con Monza. Oltre che per scrivere: sono alla mia quarta biografia. L’ultima è sulla vita di Adolfo Bioy Casares, scrittore argentino».