Alla Pechino-Parigi col Portello di Seregno: in arrivo cinque giorni “speciali”

LEGGI 1 - 2 - Lasciata alle spalle la prima giornata di sosta, la sesta edizione della Pechino-Parigi è pronta per cinque giorni di speciali con altrettanti notti da trascorrere in tenda. E una probabile difficoltà nelle comunicazioni con conseguente “astinenza”, avverte il giornalista Roberto Chiodi in gara col Portello di Seregno.
Le due Giulia Alfa Romeo della scuderia del Portello nell'attendamento per notte di Undurshireet (Mongolia) - foto Portello
Le due Giulia Alfa Romeo della scuderia del Portello nell’attendamento per notte di Undurshireet (Mongolia) – foto Portello Redazione online

Lasciata alle spalle la prima giornata di sosta a Ulaan Bator, venerdì 17 giugno la comitiva del raid Pechino-Parigi è ripartita verso nord ovest con meta Bulgan dopo 343 chilometri. Attesa poi da cinque notti da trascorrere in tenda. Una speciale dietro l’altra.


PUNTATA 1 Alla Pechino-Parigi con il Portello di Seregno: la partenza a bordo dell’Alfa di Rita e Roberto Chiodi


PUNTATA 2 Alla Pechino-Parigi col Portello di Seregno: il ritorno alle comunicazioni dopo 2 giorni di black-out

«I collegamenti internet saranno improbabili – ha scritto nelle sue note quotidiane Roberto Chiodi, il giornalista in coppia con la moglie Maria Rita Degli Esposti, alla terza esperienza nella Pechino-Parigi a bordo della Giulia Alfa Romeo della scuderia del Portello di Seregno – quindi i lettori che si sono assuefatti a queste note rischiano crisi di astinenza».

Nel giorno di riposo nella capitale della Mongolia ha fatto sapere Chiodi «lo spettacolo del rally è andato in scena su due palcoscenici: un grande parcheggio dietro l’hotel, per le riparazioni e i controlli di routine; e poi la sede dei Nomads, l’organizzazione di appoggio in Mongolia, per gli interventi di meccanica più importanti. È lì che giaceva la Giulia dei Guasti, padre e figlio, che si sono ringalluzziti quando hanno avuto la conferma che un loro amico era riuscito a imbarcarsi in extremis su un volo Aeroflot per Ulaanbataar portando con sé un kit di valvole di ricambio. Viaggio patrocinato da Sara Cucci, funzionaria dell’ambasciata italiana a Pechino, che ha preso a cuore la vicenda e che è riuscita a ottenere per il latore delle valvole un visto Mongolo “a vista” (in genere ci vuole una settimana…). Merito suo se l’equipaggio riuscirà dopodomani a raggiungerci tornando in carovana con un solo giorno di ritardo».