Alla Pechino-Parigi col Portello di Seregno: il ritorno alle comunicazioni dopo 2 giorni di black-out

LEGGI 1- La sesta edizione della Pechino-Parigi osserva il primo giorno di riposo con i partecipanti in Mongolia a Ulaan Bator. È anche l’occasione per riprendere le comunicazioni dopo due giorni di silenzio. Riprende il diario del Portello di Seregno con Roberto Chiodi.
Il Portello alla Pechino-Parigi: l'accampamento dove i piloti hanno riposato il primo giorno in Mongolia a Undurshireet - foto Portello
Il Portello alla Pechino-Parigi: l’accampamento dove i piloti hanno riposato il primo giorno in Mongolia a Undurshireet – foto Portello Redazione online

La sesta edizione della Pechino-Parigi osserva il primo giorno di riposo con i partecipanti in Mongolia a Ulaan Bator. È anche l’occasione per riprendere le comunicazioni dopo due giorni di silenzio.


PUNTATA 1 Alla Pechino-Parigi con il Portello di Seregno: la partenza a bordo dell’Alfa di Rita e Roberto Chiodi

Il 14 e 15 giugno, del rally non si sono avute notizie perché Roberto Chiodi, il giornalista della scuderia del Portello che tiene il diario giornaliero, è stato impossibilitato a comunicare, come tutto il resto della comitiva. I collegamenti internet si erano interrotti in ingresso in Mongolia, nel terzo giorno, nella tappa di 400 chilometri di trasferimenti dalla Cina (Erenhot) a Undurshireet (Mongolia).

Nella prima giornata di rally in Mongolia i partecipanti hanno iniziato con una prova alla quale molti della carovana non erano abituati: l’esercizio della pazienza. Tre ore di coda, di attesa snervante, di fila seduti in macchina per oltrepassare la dogana. Dopo i 200 chilometri di asfalto verso nord, è scattata la prima prova speciale: 41 chilometri di sassi, buche e un po’ di sabbia.

«Noi del Portello – ha scritto Roberto Chiodi – ce la siamo cavata in 38 minuti. Gerry Crown in un quarto d’ora di meno a 110 di media oraria. Ha volato. Due australiane possenti, madre e figlia, Joanne e Heather Worth con una Volvo 1225, hanno spaccato il quarto tempo assoluto. Noi del Portello in 18 minuti».

«Il rally – ha proseguito Chiodi – sta diventando troppo specialistico. Le macchine sono dei proiettili, passano un palmo sopra le buche e sassi, come fanno gli overcraft. La sera arrivati in campeggio è stato un incanto. Il cielo grande e sontuoso, cena in allegria. Abbiamo dormito in una minuscola tenda».

L’Alfa Giulia è al primo posto assoluto. Nell’ultima prova speciale di mercoledì in mezzo alle pietraie del Gobi c’è stato un terremoto. Marco Cajani e Alessandro Morteo, alfieri della scuderia del Portello, hanno scalato nove posizioni in graduatoria e sono in 18esima posizione. Roberto e Maria Rita Chiodi in 24esima.

Madre e figlia australiane, che erano quarte con la Volvo, viaggiando a 100 all’ora su sterrati impossibili hanno capottato. Ieri sera primo party in terrazza nel nuovo di pacca e luccicante “Shangri-La hotel”. Il capo della polizia ha offerto ad Alessandro Morteo una presa di tabacco un po’ equivoca: sembrava polvere bianca.