Yamaha Motor e il dopo-Haga

Lesmo – Aria di profonda novità in casa Yamaha Motor Italia: all’inizio del 2009, dopo il saluto di Haga al team di Gerno di Lesmo, la stagione sembrava tutta in salita. Eppure la testa della classifica non è così lontana. Massimo Meregalli, team manager della squadra, parla di questo inizio di mondiale e del round di Monza.

Come si presenta la stagione 2009 per la casa dei tre diapason?
Indubbiamente ci siamo avvicinati al mondiale con molte domande perché la situazione non si è presentata da subito facile. Non solo per la partenza di Haga, che era con noi da molto tempo. Abbiamo infatti rinnovato il 50 per cento della squadra anche per quanto riguarda gli aspetti più tecnici. Sono arrivati due responsabili tecnici nuovi, ovviamente i piloti, ma anche la moto è completamente diversa rispetto alla stagione 2008. Le case giapponesi, infatti, ogni quattro anni rinnovano totalmente il progetto, mentre a cadenza biennale si limitano ad apportare alcune semplici modifiche. Quest’anno è toccato al rifacimento totale della R1. Tutti questi elementi insieme hanno complicato le cose per noi, ma fortunatamente la moto è risultata competitiva e i piloti stanno facendo un ottimo lavoro. La grande scommessa del team, in termini di piloti è Ben Spies, ma anche Sykes sta lentamente crescendo.

Quali sono le differenze che rilevi tra i piloti 2009 del Team Yamaha?
Spies ha 24 anni, ma stiamo vedendo che è molto maturo, determinato e sicuro di sé. La sua vita scorre in funzione della sua passione: le corse. Nella settimana di gara poi è concentratissimo. Rispetto a un pilota di lungo corso, poi, si adatta anche di più alla moto: un veterano magari interviene su diversi dettagli per migliorare per esempio la comodità della guida, mentre Ben si adatta. Anzi è lui stesso a dire che in questo momento è meglio intervenire il meno possibile. I piloti giovani passano al di sopra dei dettagli. Sykes ha un anno meno di Ben e corre da meno tempo. Avendo meno esperienza ha bisogno di essere seguito un po’ di più, ma ha la caratteristica di essere sempre in crescita.

Come guardi all’appuntamento monzese, considerando anche il fatto che Spies lotterà contro un pilota che conosce la pista come le sue tasche?
Sicuramente il fattore negativo è che Spies non conosce bene il tracciato. Anzi per lui praticamente tutte le piste sono una novità. Tre settimane fa però nei test che abbiamo fatto lui è risultato il più veloce e questo fa ben sperare. Gli avversari avranno sicuramente un turno di prove in più a disposizione perché nel primo di libere Ben dovrà non tanto cercare l’assetto della moto, quanto imparare bene la pista. Ma confidiamo nella sua esperienza e nei 3 titoli che ha già vinto negli Usa.
s.a.