Vittime della strada: udienzaspeciale, in 700 da Benedetto XVI

Mercoledì 25 aprile, la sala Nervi accoglierà da tutta Italia, 700 persone, mamme e papà, accomunate dall'aver perso un figlio in un incidente stradale. Le ha raccolte Croce Castiglia, di Burago, tramite facebook. Chiedono conforto e l'istituzione dell'omicidio stradale.
Vittime della strada: udienzaspeciale, in 700 da Benedetto XVI

Burago – Saranno in settecento davanti a Benedetto XVI, domani 25 aprile, in sala Nervi. L’udienza riservata ai gruppi vedrà un interlocutore speciale per il Papa. Sono mamme e papà che hanno perso un figlio o una figlia in un incidente stradale. E per loro, solo per loro, la presenza del papa durerà più a lungo: in via eccezionale si fermerà in aula altri 40 minuti. Arrivano da tutta Italia e vanno a portare al Santo Padre la loro infelicità, a chiedere conforto e speranza. E anche a invocare giustizia, perchè la legislazione italiana prevede per i killer della strada solo il reato di omicidio colposo. Troppo poco per chi ha perso un congiunto, troppo poco se chi guidava era preda dei fumi dell’alcool o della droga o stava facendo, per azzardo, qualche folle corsa.

A radunare i settecento è stato un annuncio, su Facebook, di Croce Castiglia, detta Cettina, cinquantenne di Burago. E’ la mamma di Matteo La Nasa, morto nel novembre scorso dopo 16 mesi di coma, prima profondo e poi vigile. Lui, proprio, con l’incidente che lo ha menomato e poi ucciso non c’entrava proprio nulla. Era seduto a un tavolino del bar e stava bevendo e chiacchierando con la fidanzata e i genitori di lei, qundo un’auto, guidata da un coetaneo gli è piombata addosso da un tornante, schiacciandolo. Quel giovane che era al volante stava probabilmente facendo una gara, e la velocità lo ha tradito.

Mamma Cettina ha detto subito che non voleva vendetta, ma giustizia: e lo ha manifestato subito al processo – ancora in corso – davanti al giudice di pace. Sì proprio quello da cui si va per contestare le multe e risolvere le liti condominiali: lei ha portato il figlio in carrozzina per fare vedere a tutti la gravità del male che lo aveva colpito e la sproporzione tra quel che  a lui era successo e la possibile pena che sarebbe stata comminata all’autore del disastro. Una vita spezzata, una famiglia nel dolore e poi nel lutto trattate come quattro parolacce urlate al balcone perchè l’inquilino di sopra sporca la biancheria stesa innaffiando i fiori. Inaccettabile.

“Oggi – martedì 24 aprile- sono già a Roma – dice Cettina. Avrò un’intervista negli studi di Canale 5, alle 17. Domani ci troviamo alle 10 al colonnato di piazza san Pietro e andiamo tutti all’udienza. Ci accompagna monsignor Serafino Spreafico, frate cappuccino e vescovo emerito della diocesi di Grajaú (Brasile) . Da quattro mesi la donna sta organizzando l’iniziativa. Insieme a Saverio, il marito, e alle due figlie. Anche loro saranno a Roma.

“E dopo l’udienza dal papa – annuncia Cettina – ci spostiamo in una vicina piazza per manifestare contro Marco Pannella e la sua proposta di fare uscire dal carcere i delinquenti, tranne gli ergastolani. Non è giusto: chi ha sbagliato deve pagare. Io difendo la vita, e con me ci saranno altre associazioni: le Vittime della strada, il Centro aiuto alla vita, ad esempio, per dire alto e forte che la vita è preziosa, di ciascuno e di tutti. Pannella per me è un portatore di morte: lo è stato promuovendo il divorzio, la liberalizzazione delle droghe e l’aborto. Non si può tacere”.
Antonello Sanvito