Vimercate – Il Vimercatese metalmeccanico è in crisi e il Comune di Vimercate convoca i lavoratori. Si è svolto a palazzo Trotti oggi, lunedì 23 novembre, un incontro fra l’amministrazione comunale, le istituzioni e i rappresentanti delle aziende a rischio. Per la senatrice del Pd Emanuela Baio Dossi servono fondi straordinari da parte del governo e una forte presenza della Regione Lombardia. Che, a suo avviso, invece tace. «I 400 lavoratori brianzoli in presidio davanti al Pirellone venerdì, non sono stati presi in considerazione dalla Regione. Serve confronto, le istituzioni devono favorirlo con ogni mezzo. Senza una visione a medio termine messa a punto da una task-force a guida pubblica, in collaborazione con le associazioni datoriali e i sindacati, non si va lontano».
«Alla nuova Provincia mancano soldi e strutture per fare fronte all’ondata di disoccupati: 17mila i posti a rischio nella metalmeccanica» continua Baio Dossi, che insiste: «Aziende grandi e piccole costrette a ridimensionare o a chiudere: serve subito una cabina di regia istituzionale, che attivi in tempo reale interventi cuscinetto per lavoratori e imprenditori». E serve anche, dice la parlamentare, il potenziamento dell’osservatorio del lavoro voluto dalla Provincia di Monza e Brianza, «insufficiente così com’è a fare fronte all’emergenza attuale».
L’elenco delle aziende in stato di crisi o a un passo dalla chiusura comprende Yamaha, Versace, Bames, Sem, Carrier, Cartonstrong. «Un anno fa le imprese che avevano fatto ricorso agli ammortizzatori erano solo 71, un settimo di quelle che quest’anno hanno visto calare il loro volume di affari», sostiene Baio, che domani presenterà l’ennesima nterrogazione per chiedere fondi extra per la Brianza. «Le risorse devono essere destinate a salvare i redditi dei dipendenti e a dare prospettive alle aziende. Altrimenti a fine crisi avremo come dicono i sindacati “fabbriche fantasma”».
Nei primi nove mesi dell’anno la crisi ha coinvolto 509 aziende metalmeccaniche, vale a dire 24.871 persone e relativi posti di lavoro. Sono 17.131 i lavoratori con reddito dimezzato a causa della cassi integrazione. «Troppi ritardi anche nell’erogazione dell’indennità di cassa, le aziende non hanno liquidità e non possono anticiparla. L’Inps ha tempi eccessivamente lunghi. Risultato – conclude la parlamentare – migliaia di famiglie versano in condizioni drammatiche, a rischio c’è il sostentamento primario».