Vimercatese: il torrente Molgora?Assediato dall’uomo e dai rifiuti

Vimercatese: il torrente Molgora?Assediato dall’uomo e dai rifiuti

Vimercatese –  Situazione Molgora: il parco pubblica l’indagine geologica. «L’area è intensamente antropizzata: la pressione del territorio crea elementi di degrado». In sintesi è questa la conclusione tirata dagli esperti che hanno redatto“Indagine geologico-ambientale nel territorio del Parco del Molgora”. Il documento è stato pubblicato questa settimana dagli organi istituzionali del Plis. 231 pagine che spiegano le caratteristiche del paesaggio intorno al torrente principale al corso secondario della Molgoretta. Nel paragrafo che riguarda la funzionalità dei due torrenti si può leggere: «Lo studio della funzionalità fluviale ha riguardato il percorso dei torrenti da Usmate fino a Bussero. Il territorio è densamente antropizzato. È frammentato in un mosaico di superfici urbanizzate e aree agricole. L’antropizzazione giunge fino ai margini del torrente».

La fascia verde che costeggia il corso d’acqua spesso è molto ridotta e non arriva a superare i 5 metri di estensione. Questo, con altri elementi negativi, comporta che le rive: «siano spesso denudate dall’erosione e da interventi locali». La relazione spiega anche che «da un paesaggio povero di elementi di naturalità il torrente Molgora ne esce necessariamente compromesso». Questo non significa altro che sono stati rilevati una serie di inconvenienti dovuti proprio alla mano dell’uomo. Su tutti: il frequente scarico di rifiuti all’interno del parco e lungo le sponde dei torrenti, acque maleodoranti nei pressi di quegli scarichi fognari non ancora colettati ai depuratori, ma anche la presenza di tratti di alveo rettificati o cementificati. A tutto questo si aggiunge la «banalizzazione dell’ambiente che non consente uno sviluppo diversificato dell’ecosistema».

Le conclusioni di questa parte del documento sono nette: «L’influenza dell’attività umana ha provocato al sistema Torrente Molgora vistose ferite. Fortunatamente sono ancora presenti scorci ameni ed elementi di naturalità». La relazione invita a partire da questi per migliorare lo stato generale dell’ “Ambiente-Molgora”. Un miglioramento che però difficilmente potrà far tornare il territorio del Molgora alla sua «originaria naturalità». Le analisi condotte portano anche a tracciare delle soluzioni. Primo tra tutte è necessario aumentare il livello della qualità delle acque, come in questi anni si è fatto, portando a termine i collettamenti fognari di tutti quei paesi che scaricano le proprie acque nere direttamente nel fiume.

I tecnici vedono di buon occhio anche l’aumento della vegetazione «peri-fluviale da 5 a 10 metri per sponda con l’introduzione anche di specie riparie, così da avere una maggiore protezione delle sponde dall’erosione fluviale». Affianco a tutti questi ambiti di intervento, bisognerebbe limitarne degli altri, quali per esempio la «rettificazione» dei tratti di torrente che «provoca l’uniformità ambientale e ostacola lo sviluppo di una fauna diversificata».
Lorenzo Merignati