Vimercate, presidio alla BamesCigs in vista per 230 dipendenti

Vimercate, presidio alla BamesCigs in vista per 230 dipendenti

Vimercate – Piani industriali che, ancora una volta, segnano il passo; il ricorso, pressoché continuato in questi ultimi quattro anni, agli ammortizzatori sociali e il futuro prossimo che ancora vi rimane; il rischio che nei prossimi mesi il previsto e graduale rientro in reparto dei lavoratori si possa trasformare in un esubero non comprimibile. Sono i temi e le preoccupazione che i lavoratori di Bames-Sem vanno esternando da tempo e che in settimana durante il presidio ai cancelli dell’ex Celestica, a Velasca, sono tornati a elencare in una lettera aperta indirizzata alle istituzioni, in attesa della riconvocazione di quel tavolo dedicato alla reindustrializzazione e chiamato a riprendere in mano una situazione che negli anni si è sempre più ingarbugliata.

«Di fronte al peggioramento di questo già drammatico quadro le organizzazioni sindacali e le rsu sono molto preoccupate e manifestano forti perplessità nei confronti di questa direzione aziendale e della proprietà che, oltretutto, in questi mesi ha fatto richiesta al Comune di Vimercate per la riperimetrazione del sito onde permettere nuovi insediamenti industriali che nella fase attuale non prevedono assorbimento di lavoratori Bames-Sem dalla cassa integrazione», si legge in conclusione di questa lettera. Tra i primi impegni in agenda ci sono la scadenza, il prossimo 22 agosto, della cassa integrazione in deroga e il confronto per il rinnovo di altri sei mesi. Nel frattempo, nell’incontro preliminare tra le parti di 2 settimane fa, l’azienda ha comunicato l’intenzione di richiedere l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per altri diciotto mesi per 230 lavoratori di Bames.

«Ai quali vanno aggiunti settanta lavoratori di Sem, la cui cassa integrazione straordinaria è già stata firmata fino al 22 febbraio 2012, per un totale di 300 lavoratori in cassa integrazione straordinaria su un organico di 626 rimasti», sintetizza il volantino. Numeri che contrastano con gli 870 dipendenti che si contavano nel 2006, quando la crisi del sito toccava il picco, e l’orizzonte della reindustrializzazione avrebbe dovuto portare a 1.350 lavoratori entro la fine del 2009. «Pensiamo e crediamo che ci voglia una seria volontà da parte della proprietà e della direzione di portare a termine quanto da tutte le parti sociali è auspicato –proseguono le rsu -. In difesa dei nostri posti di lavoro, progetti che neghino lo sviluppo industriale e occupazionale del sito, ci vedranno fortemente reattivi e contrari».