Vedano: rapina al Punto SmaCondanno pregiudicato

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Vedano Condanna a cinque anni di reclusione per la rapina di un anno e mezzo fa al supermercato Punto Sma di Vedano. La sentenza è stata pronunciata lunedì dai magistrati del tribunale di Monza, (collegio presieduto dal giudice Italo Ghitti), nei confronti del trentaquattrenne pregiudicato Roberto Verderosa. L’uomo era accusato dai carabinieri di essere il punto di riferimento di una piccola banda che aveva la propria base a San Rocco, quartiere popolare di Monza.

In tribunale, era accusato del colpo messo a segno a Vedano, e di un altro commesso ai danni di un altro supermercato, il Conad di Brugherio, reato per il quale però è stato assolto. Ad incastrare il malvivente per i fatti di Vedano, era stata essenzialmente un’impronte digitale lasciata sullo specchietto retrovisore di una Y10 rubata ad un immigrato cingalese, utilizzata per il colpo. Troppo deboli invece le prove per dimostrare la responsabilità anche per il colpo di Brugherio.

Che fosse un processo altamente indiziario, lo si era capito sin dalle prime battute, come hanno sempre sostenuto i difensori di Verderosa, gli avvocati Katya Rampazzo e Antonino De Benedetti. <L’arresto di Verderosa, era avvenuto in periodo di alto allarme sociale, per una serie di rapine che stavano seminando il panico soopratutto tra i gestori dei piccoli supermercati di Monza e dintorni>, ha detto il tenente Marco D’Aleo, comandante del Nucleo radiomobile dei carabinieri di Monza davanti ai giudici.

Altri riscontri erano stati trovati a carico dell’uomo, a cominciare da alcune riprese dei circuiti di videosoveglianza e movimenti telefonici dell’imputato e di un complice. Sulla base delle dichiarazioni di quest’ultimo, peraltro, al trentaquattrenne monzese erano state inizialmente attribuiti sei episodi di rapina. Ma la versione di C.P., il complice, erano poi state ritrattate dallo stesso.

Resta dimostrato solo il coinvolgimento nei fatti di Vedano, dove le informazioni date dai responsabili del Punto Sma ai carabinieri, riguardavano proprio una Y10 utilizzata come mezzo di fuga dei due malviventi. Macchina sulla quale l’imputato ha lasciato il più classico degli indizi.
Federico Berni