Vedano, festa degli orti in soffittaIdea: altre aree per nuovi giardini

Vedano, festa degli orti in soffittaIdea: altre aree per nuovi giardini

Vedano Salvia e peperoncini, basilico e rosmarino, zucchine e pomodori, cetrioli e melanzane, prezzemolo e anche more: una varietà di profumi e di colori per una mattinata, in origine fissata per l’1 luglio, poi posticipata a domenica 15, considerato che a giugno il meteo non aveva favorito la maturazione di verdure e ortaggi.

«Ripetiamo questa iniziativa da alcuni anni -spiega l’assessore Maria Pia Baiardi-, oltre agli assegnatari degli orti comunali sono invitate anche le persone che nel loro giardino di casa coltivano questa passione». A dire il vero, questa seconda tipologìa di cittadino contadino non ha partecipato. Erano invece presenti gli assegnatari degli orti comunali di via Fermi, per esporre i loro «frutti» e donare qualcosa a favore di un’associazione locale che aiuta malati, anziani e disabili. I cesti con frutta, ortaggi e verdure sono stati offerti per raccogliere fondi (450 euro), sùbito consegnati a Franco Villa, presidente degli «Amici dell’Unitalsi».

La festa degli orti in largo Repubblica è stata un’approfondita e variegata occasione per raccontare i «segreti» del proprio orto e anche per lanciare un’idea, quella della ortoterapia. Vita Palladino propone, infatti, all’amministrazione pubblica di «assegnare altre aree per nuovi orti e giardini a persone che potrebbero in questo modo combattere stati depressivi».

Per il momento, la convivenza fra i ventitre assegnatari è già una bella prova. «Se non viene tagliata l’erba, fa semenza e il vento la porta in giro negli orti degli altri», osserva Luigi Zanelletti. «Siamo adulti, c’è un regolamento da rispettare. Io ho sempre invitato tutti a ragionare con calma», fa notare Domenico Mastrangelo, nel 2011 referente degli assegnatori, ruolo ora svolto da Salvatore Arena.

Per Silvia Vicentini, ad esempio, «è importante innaffiare l’orto, rispettando gli orari indicati dall’ordinanza del sindaco». «Ho alcune piantine di peperoncino, anche se poi non lo mangio», rivela Tino Galimberti. Aggiunge Umberto Accordino: «tra di noi, ci scambiamo consigli e pareri sulle diverse fasi delle coltivazioni».
Ma. S.