Meda – La Valbona di Vilminore di Scalve – proprietà Cassina al 100% – è a rischio chiusura. I primi sintomi di difficoltà si sono manifestati sul finire del 2009, ma l’ultima campana di questa storia suona “a morto”. La Cassina di Meda ha fatto sapere che il sito di carpenteria nella bergamasca sta per chiudere i battenti con conseguente mobilità per i 32 dipendenti. La Valbona è l’azienda meccanica che da 20 anni produce, anche per Cassina e le aziende collegate, parti di telaio, oggetti in ferro, piuttosto che interi prodotti provenienti dal catalogo sedie. Mercoledì 5 maggio, la sede delle trattative sindacali si è spostata da Bergamo a Monza: i dipendenti erano tutti a protestare davanti alla sede monzese di Confindustria.
Accanto ai lavoratori c’erano anche Giovanni Toninelli, sindaco di Vilminore, Gaetano Bonicelli, vescovo emerito di Siena, originario di Vilminore, Daniele Belotti, neoassessore regionale della Lega Nord, Mario Barboni, consigliere regionale del Pd, Guido Giudici, consigliere provinciale di Bergamo dell’Udc ed ex sindaco di Vilminore dal 1978 al 1983, Franco Spada, consigliere provinciale bergamasco dell’Italia dei valori, Ferdinando Piccinini, segretario generale Cisl Bergamo ed Enrico Zucchi, assessore al Lavoro della Provincia di Bergamo. Settimana prossima, l’incontro a Bergamo a indetto dall’assessore Zucchi tra le parti sociali e l’azienda per studiare le possibili soluzioni.
Da Cassina fanno sapere: «Abbiamo incontrato le Rsu e i sindacati per aggiornare la situazione di Valbona meccanica. Negli ultimi tre anni, l’azienda bergamasca ha dovuto far fronte a gravi perdite e a forti cali di fatturato, mentre nei primi mesi del 2010 si sono prospettati scenari tali da non pensare di poter mantenere in vita lo stabilimento. Per questo, abbiamo comunicato la nostra volontà di aprire una mobilità, sempre mantenendo aperto il dialogo con le parti, in modo da minimizzare l’impatto». Insomma, sembra che la Valbona – che per anni ha eseguito tutta a parte di carpenteria della Cassina e delle sue aziende satellite – sia destinata alla chiusura definitiva. Un’altra pagina del difficile periodo imprenditoriale, fatto di tagli costi e situazione al limite della resistenza concreta. Per passare un secondo sulla sponda bergamasca, la chiusura della Valbona sarebbe un duro colpo per tutta la Valle bergamasca, già alle prese con importanti emergenze occupazionali e non in grado, in un momento in cui la crisi è ancora in una fase acuta, di riassorbire in tempi brevi i lavoratori.
Confermata la volontà di chiudere l’azienda bergamasca “Valbona”, di proprietà 100% Cassina: i sindacati si oppongono con forza. E’ rottura tra i sindacati e l’azienda Cassina che, in questi giorni, deve constatare le proteste dei 32 operai che fino ad oggi lavoravano nell’azienda bergamasca. «La vertenza è iniziata ormai diversi mesi fa – conferma il sindacalista Cisl Giancarlo Carminati – e proprio in questi giorni Cassina, che da qualche anno è diventata unica proprietaria della Valbona, ha annunciato senza mezzi termini la sua volontà. Qualche tempo fa, i sindacati avevano fatto presente alla dirigenza dell’azienda bergamasca le difficoltà e l’arretratezza del ciclo produttivo (eccessivamente manuale nda), ma ci siamo sempre sentiti rispondere che questa modalità di lavoro era la vera forza della Valbona. Oggi, proprio per il fatto che il ciclo di produzione costa troppo, questa azienda rischia la chiusura imminente. Da Cassina, che vorrebbe la mobilità e la futura chiusura, è stato proposto un proseguo del lavoro per sei mesi in cooperativa: i sindacati, chiaramente, dicono di no, perché lavorare sei mesi in cooperativa significa perdere tutta una serie di diritti in termini di ammortizzatori sociali (cassa integrazione straordinaria e mobilità). Dico solo che un personaggio come Luca Cordero di Montezemolo, attualmente alla guida del gruppo Poltrona Frau, non dovrebbe fare tanti proclami se poi è il suo gruppo ad essere il primo a non avere coraggio. Avevamo proposto di avere un presidio di lavoro per dieci o quindici persone: ma ci hanno risposto “picche”».
e.san.