Tutti i guai della Mx GroupDal Vimercatese agli Stati Uniti

La crisi brianzola e la serrata oltre oceano. E poi il sospetto di una causa con la Cina. Sono tutti i guai di Mx Group e i sindacati restano sul piede di guerra, soprattutto dopo il confronto infruttuoso nella sede monzese dell'Associazione industriali. Se ne riparla giovedì 12 luglio.
Tutti i guai della Mx GroupDal Vimercatese agli Stati Uniti

Villasanta – I sindacati restano sul piede di guerra, l’incontro di mercoledì scorso sul futuro dei lavoratori Mx Group non ha prodotto risultati soddisfacenti. Lo ha spiegato Christian Vagni della Fim Cisl, all’indomani del confronto tra rappresentanze e vertici aziendali, nella sede monzese dell’Associazione Industriali, seguiti da una manifestazione a colpi di slogan e striscioni.
È il quarto incontro con l’azienda da quando è scoppiata la bomba della chiusura di Solarday (controllata di Mx di Mezzago) e dell’imminente smantellamento della produzione a Villasanta.
«Nulla di fatto – ha annunciato Vagni – le nostre richieste di un chiarimento ancora una volta non hanno ottenuto alcuna risposta concreta. Soprattutto sulla questione del futuro impianto in Serbia. Vogliamo capire che tipo di partecipazione ha la Mx Group».

Se la chiusura di Solarday e la decimazione di Mx fossero gli agnelli sacrificali per un’attività più redditizia all’estero, con mano d’opera a costi inferiori, insomma, i sindacati avrebbero la loro battaglia da combattere, ma a quanto pare l’azienda finora non ha prodotto risposte chiare. «Questa fumosità ci preoccupa molto perché temiamo che serva proprio a tenere le acque calme».

L’impianto che vedrà la luce in Serbia ha capacità produttive eccezionali. Mx ha ottenuto un appalto da 1,75 miliardi di euro per realizzare il più grande parco solare del mondo. Per il resto, ha annunciato nell’ultimo mese, chiude ogni produzione. La manovra costa lacrime e sangue. Tutti dei lavoratori. A Mezzago 106 persone sono già in cassa straordinaria e a Villasanta la prospettiva è di 100 tagli su 136 dipendenti.

La grande promessa americana, la Mx Solar Usa, filiale statunitense, ha sospeso la produzione di moduli a fine giugno e ha licenziato la maggior parte dei sui 120 impiegati, secondo quanto riferito dal quotidiano locale The Bergen Record. Sempre secondo la stampa estera, il produttore solare cinese Goldpoly avrebbe avviato un’azione legale contro l’azienda presso un tribunale del New Jersey, sostenendo di non aver ricevuto un pagamento di 3,24 milioni di dollari per una fornitura di moduli. Bella fregatura per lavoratori che con Mx credevano di aver trovato l’America, in un contesto globale di crisi. Ora non solo salta il posto ma «non otteniamo risposte serie nemmeno sulle procedure di mobilità. L’azienda rifiuta di anticipare la straordinaria, condannando i dipendenti a sei mesi senza reddito, manca un progetto di ricollocazione, gli incentivi non ci sono al di fuori dei costi di legge della mobilità. Così un accordo non ha senso».
Se ne riparla il 12 luglio, con poche speranze.
Valeria Pinoia