Traffico di coca Milano-Palermo:16 arresti, c’è anche un monzese

Monza – Noti mafiosi palermitani, ‘ndranghetisti reggini e malavitosi milanesi: tutti insieme per rifornire Palermo, da Milano, di cocaina da spacciare principalmente nel quartiere Zen. Sedici le ordinanze emesse dal Pm della Dda di Milano, Ilda Bocassini, firmate dal Gip Vincenzo Tutinelli ed eseguite questa notte dalla polizia del capoluogo lombardo nei confronti di un gruppo di pregiudicati, di cui sette si trovavano già reclusi in diverse carceri italiane, mentre nove sono stati catturati tra il milanese e Palermo.

Tre le persone indagate a piede libero, dopo che il Gip non ha ritenute sufficenti le condizioni per la custodia in carcere presentate dal magistrato. Diciotto le perquisizioni effettuate, nel corso delle quali gli investigatori hanno sequestrato agende e varia documentazione ritenuta "interessante". I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di commercio di sostanze stupefacenti in concorso con le aggravanti dell’ingente quantità e del metodo mafioso, oltre che di estorsione e tentata estorsione.

I provvedimenti sono conseguenza di un’inchiesta condotta dalla Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile della Questura di Milano, integrata dalle importanti dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia: due ex fedelissimi di Cosa Nostra come Antonino Nuccio e Francesco Franzese, già boss di Partanna-Mondello, (che hanno permesso, tra l’altro, la cattura del boss Salvatore Lo Piccolo e del figlio Sandro) e del malavitoso palermitano Angelo Chianello, che hanno fotografato l’attività del gruppo tra il 2004 e il 2006. Secondo gli investigatori a tessere le fila del traffico c’era una vecchia conoscenza degli inquirenti, il 66enne palermitano Luigi Bonanno (che agiva insieme con suo figlio Carlo di 41 anni) ritenuto "l’uomo di fiducia di Lo Piccolo nel milanese" e arrestato (l’ultima volta) il 16 gennaio 2008 nel corso dell’operazione "Addio pizzo", ma già indagato nei primi anni Novanta nella storica inchiesta "Duomo Connection".

In estrema sintesi, per quanto ricostruito dai poliziotti, nel 2004, quando esce dal carcere, Bonanno si reca a Palermo e concorda con i Lo Piccolo l’avvio di un traffico di cocaina di ottima qualità da comprare a Milano, territorio in cui risiede da tempo: dai 5 ai 7 chili a carico, con un grado di purezza intorno al 90%, da far giungere con cadenza bisettimanale attraverso alcuni corrieri. Secondo gli investigatori Bonanno acquistava la cocaina da piazzare a Palermo dal 70enne Salvatore Cangelosi (zio del presunto boss Guglielmo Fidanzati) che, a sua volta, la comprava dal 57enne palermitano Pietro D’Amico e da suo figlio Niccolò, nato a Monza 35 anni fa, "figure note della mala del Corvetto", che si approvvigionavano in Spagna.

Gli incontri avvengono nel Tabacchi di Cesano Boscone dei Bonanno e nel bar dei D’Amico al Corvetto. Secondo la polizia, nel periodo preso in esame, i chili venduti e comprati (a circa 40mila euro al chilo) dal gruppo sono stati circa una sessantina, per un giro di denaro dunque che, più o meno, si è aggirato sui 2,4 milioni di euro.

Contestualmente gli "uomini d’onore" si sono interfacciati con alcuni ‘ndranghetisti reggini per un progetto ambizioso: un carico di 300 chilogrammi di eroina che dal Sud America doveva arrivare via mare ad Amsterdam, carico che però non arrivò mai.
(Apcom)