The Cranberries tourD’accordo: il big one

I Cranberries sono tornati, The Cranberries are back: sono un nuovo gruppo, si sono rinnovati, sono diversi da prima, è una fortuna essere presente a questa nuova fase. Ecco l'esordio a Londra del nuovo tour con tante cose da raccontare e soprattutto una: una canzone. Si intitola No need to argue. E' tornata anche lei.
The Cranberries tourD’accordo: il big one

Giorno 2 – The Big One

Eccoci: il giorno più atteso è arrivato. Piccola nota negativa… la dico adesso così non ci penso più. Proprio vero che la gente non smetti mai di conoscerla: quando serve che corri per tenere il posto a tutto il mondo alla rail e quando ti offri di dare un passaggio in macchina sei “grande”, quando poi per sfiga becchi l’unico scanner per la convalida dei biglietti di tutto il teatro che non funziona e ti passa davanti il mondo, allora nessuno pensa a te e il tuo spot lo vedi occupato da un loro amico arrivato alle 6 di sera che ha tagliato beatamente la coda.

Certo ma la colpa è mia: io non ho chiesto favori a nessuno, non ho detto a nessuno oppure scritto davanti a un notaio di aiutarmi in caso di difficoltà, ma non mi pare che io mi sia offerto volontariamente per correre e sì, ho offerto io il passaggio perché mi sembrava giusto (ma ci sarà ancora? Per una no di certo). Un tempo non era così… anche se non ci si conosceva si aveva rispetto di tutti. Invece devo dire grazie a Valeri Stoychev per avermi ceduto il suo posto (molto probabilmente mi ha visto in uno stato di shock troppo alto o forse non segue la corrente “morte tua vita mia”).

Ok… rewind, iniziamo da dove tutto ebbe inizio. Ore 5.00: suona la sveglia… INCUBOOOOOOOOOOOOOOOOO nooooooooooo non ce la posso fare. Ore 5.05: risuona la sveglia… su su Alessio fatti coraggio e come le ultime 60 volte dici “questa è l’ultima volta che lo faccio”. E ho pensato: per fortuna a Roma ho il posto a sedere… arrivarci a Roma comunque. Ore 5.45 arrivo al Venue, al teatro. NON SONO IL PRIMO. E non mi arrabbio. Non cerco neppure di eliminare l’altra persona (SONO GUARITO… MAMMA PAPA’ E’ IL PRIMO PASSO VERSO LA SALVEZZA… siate orgogliosi di me!).

Lei è Camille, una ragazza francese, che mi ha tenuto compagnia tutta la giornata. Un grazie anche a lei. Ah, dimenticavo: fa un freddo cane e farà un freddo cane tutta la giornata Dalle ore 6.00 alle ore 18.00: la mia giornata è stata scandita in questa maniera: sigaretta, bagno, cibo, sigaretta, bagno, cibo. Come al solito io sembro il solito asociale scorbutico e maleducato. Tutti parlano del più e del meno. Del gruppo, delle loro canzoni preferite, io invece entro in uno stato catatonico (ma l’avevo già detto nelle puntate precedenti? vuoi vedere che ne soffro davvero?) e mi metto con la testa nelle gambe e non interagisco con nessuno.

Ma la verità è che mi assale il panico. Non faccio altro che pensare a quando sarò dentro. A quando la rivedrò. Forse per tutti (meglio, tanti) è una cosa bella, per me è fondamentale. Dalle ore 18.00 alle ore 18.59: l’ansia sale, non riesco a stare fermo, faccio anche un po’ fatica a respirare, inizia ad arrivare tanta gente (non che prima non ce n’era – so già che voi maligni state pensando: e chi te l’ha fatto fare di andare così presto). E per di più piove pure.

La cosa che mi ha fatto sorridere di più è che tra i primi dieci arrivati non c’è neppure un inglese. Ci sono io, una francese, due messicani, una croata, tre greci, una svedese e una equadoregna. Ore 19.00: aprono i cancelli e inizia il mio incubo. Entro per primo, becco la prima porta e… ok il resto l’ho scritto sopra.

Da qui in poi ho perso la cognizione del tempo, quindi scordatevi ore, minuti e secondi. Entra il tizio “special guest”, e per favore non chiedetemi il nome e non chiedetemi come ha suonato. Penso di non aver sentito mai una parola uscire dalla sua bocca. Il mio stato di ansia sta salendo a livelli sempre più alti. Quando una cosa mi interessa tanto io reagisco così. Pensate che c’è qualcuno che dice che prendo le cose troppo seriamente 🙂

Si spengono le luci… PANICO TOTALE… iniziano ad entrare gli altri membri del gruppo e dopo un po’ arriva lei. Arriva Dolores. Lingua a penzoloni. E’ bellissima con il suo nuovo look, bionda ossigenata, ma secondo me la cosa che la rende così bella è quel sorriso che compare dalle sue labbra: sta sorridendo come non sorrideva da tanto tempo. E’ un concerto strano, lo si capisce fin dall’inizio. Per le prime cinque canzoni sembra non cantare per il pubblico: è lì, costante con lo sguardo rivolto al cielo e in Ordinary day addirittura aveva gli occhi lucidi.

Io l’ho visto in questa maniera. Mi ha commosso come non mi capitava da tanto… confesso di avere avuto gli occhi lucidi anche io. Poi ad un tratto, come se avesse esorcizzato tutti i suoi demoni, ritorna a cantare per noi. Con Just my immagination ride così tanto che mi si apre il cuore, inizia una festa con un sacco di sorprese: finalmente inseriscono un po’ di canzoni del nuovo album (si chiama Roses tour per questo motivo), ci buttano dentro due canzoni degli album di Dolores da solista e ci mettono anche Still Can’t. Ma il bello deve ancora arrivare. Per non parlare dei miei polmoni che sono esplosi con la sequenza di Free to decide, Schizophrenic playboy, Ridiculous thoughts, Salvation e Zombie (non ho più l’età per certe cose).

Due cambi d’abito addirittura, i Cranberries sono tornati: sono un nuovo gruppo, si sono rinnovati, sono diversi da prima, è una fortuna essere presente a questa nuova fase. Si arriva all’encore (bis) e mentre smanetto per mettere via la macchina fotografica sento Dolores pronunciare quattro parole strane… NO…NEED….TO….ARGUE, alzo gli occhi, la guardo e non faccio in tempo a capire che partono le note della mia canzone preferita. Quella canzone che mi ha cambiato la vita. Quella canzone che forse è riuscita a far si che diventassi quel che sono. Quella canzone che mi ha salvato.

Basta inizio a piangere come un bambino e fino all’ultima nota di Dreams non smetto più. Il concerto è finito ed io non vedo più una cippa tanto ho gli occhi annebbiati dalle lacrime. Non so come mi ritrovo in mano un plettro e anche la setlist… (alla faccia di chi mi ha voluto male oggi), mi giro… vedo l’uscita, regalo la setlist a Valeri e me ne vado. Giornata grandiosa.
Alessio

Day 2 – THE day

Here we are… this is THE day!
Before to start, on a negative side, I need to vent once and for all in order not to talk about it anymore, and get rid of it. Definitely. You never know people enough… this is so common and so true!
When you are asked to run to save a spot at the rail to the whole world, then you are ‘great’, just like when you offer to give a ride to those who fly from some part of the world and they don’t know how to go from a place to another… so, I ask myself, how come when you bump into a security guy whose scanner is the ONLY one that doesn’t work, and you see all the people going in – especially those who arrived at 6pm – you are completely forgotten by your so-called friends? Oh yeah, it must have been my fault because I’ve never asked any one for any favour, and I didn’t officially hold a sign that read ‘let’s help each other if something wrong happens’.
On the other hand, it was taken for granted that I was the one in charge of saving spots, and yes, I spontaneously offered a ride to some people (here the question is: ‘is this ride still available at this point? Certainly NO, at least for one of those!!!).. It used to be different, a long time ago. People used to respect each other. Now it’s all fucked up!

In any case, thanks a lot to Valeri Stoychev for giving me his spot (he must have seen I was totally upset, or perhaps he’s just one of those people not into the ‘you die, I live’ mood)

Right then, let’s start again from the beginning.
5:00 am – the alarm clock rings. What a NIGHTMARE…. no way, I can’t do this!
5:05 am – the alarm clock rings again. “Come on Alessio”– I think – ‘Be brave and wake up, just like you did for the past 60 times!’ In these moments you think that’s the last time you do such a thing, and you’ll never be into it again. “Thankfully I have a reserved seat in Rome, well, this is if I ever manage to get to Rome”
5:45 am – I arrive at the venue and guess what? I’m not the first in line, I’m No. 2, and it’s just fine, I don’t even try to steal the spot to the one before me (mum, dad, this is the first step towards the salvation! Be proud of me!!).
So first in line is Camille, a French girl who’s been following the tour, and who kept me company for the whole day, (thank you).

I forgot to mention it’s cold like hell (and it will be freezing cold for the whole day)!!!
From 6:00 am to 6:00 pm my day is marked in this way: cigarette, toilet, food, sigarette, toilet, food. Like it was a ritual. As usual I look like the antisocial. Everyone is chatting about the band, their favourite songs, etc , etc, while I am almost catatonic (I already mentioned this before.. what if I’m really catatonic???), and I isolate myself, with my head between my legs. No interaction. Truth is I’m really panicking, I cannot stop thinking about how will I feel once inside, once I’ll see her again! While for the majority of people this is fun to me this is essential!
From 6:00 pm to 6:59 pm I start to getting really anxious. I can’t stop moving, and I almost cannot breathe properly. I see loads of people arriving (where the hell were they before? Once again I don’t understand why the fuck I’m the one who got there so early???…).
It’s also raining. Wow. What a treatment!
The funny thing is among the first ten people in line there’s no one who’s English (it’s me, a French girl, two mexican guys, a group of three people coming from Greece, a Swedish girl, one from Croatia and one from Ecuador!!)
7:00 pm: doors are open. And the nightmare begins. I’m first in, and the scanner doesn’t work. It’s all written above.
Since this moment I totally loose the cognition of time, so forget about hours, minutes and seconds. It’s time for the opener. Do not ask me who he is and whether he is good or not because I have no clue (you’ll see him in the pictures btw). I guess I haven’t heard a word coming out of his mouth. In the meantime, I’m getting more and more anxious. I know people will think this is just an exxageration, but this is the way I am. When I’m into something I totally loose control and behave this way! (someone say I take things too seriously!!).

I keep waiting. The lights go off. TOTAL PANIC. The other members of the band walk on stage, and then, there she is, Dolores! Good good, she’s beautiful. She’s blonde and beautiful (as I already said), but the most beautiful thing ever is the smile on her face. She’s smiling, after a long long time!

To me it sounds like a strange gig, this is what I get from the very start: it’s like she’s not there for the first five songs. She’s staring at some point, constantly, and during Ordinary Day she looks like she has teary eyes. I also need to hold tears. It’s so touching like it never was. Then, suddenly, like after exorcizing her demons she’s back, singing for us. During Just my Immagination she keeps smiling and she totally captures my heart. We’re in the middle of the gig, a gig which hides a lot of surprises: a bunch of new songs from the new album (Roses, this is where the Roses- tour comes from!), plus a couple of songs from the two Dolores’ solo albums, including Still I Can’t! I’m freaking out, but the best still has to arrive. I sing along so loudly that I feel like my lungs are about to explode during the Free to Decide, Schizophrenic Playboy, Ridicolous Thoughts, Salvation and Zombie bit (I’m getting old for such things!). Three outfits in total. The Cranberries are back, and they sound like a brand new band, like they have entered a new phase. I’m so glad to be here.

It’s now time for the first encore, and while I fight with my camera I hear Dolores saying these four words: NO NEED TO ARGUE. I look up and for the first seconds I don’t even realise they’ve been playing my favourite song ever. This is the song which changed my life, the song which marked me and turn me into what I am now. This song saved me in a way. I’m crying my eyes out like a child, and there’s no way to stop till the last note of Dreams.

The gig is over. The tears in my eyes give me a blurry vision of what’s going on around me. Somehow I find in my hands a copy of the set list and a plectrum (dedicated to those who let me down today!!!). I turn around and see the exit. I gave to Valery the setlist as a present and I walk off.
What a glorious day!
Alessio