Taglio dei costi dei parlamentariMa il referendum è a rischio

Rischia di naufragare il referendum per il taglio dei costi parlamentari. La raccolta firme ha spopolato sui social network, facebook e twitter. I cittadini erano informati, nonostante la quasi totalità della stampa nazionale abbia ignorato l'iniziativa.
Taglio dei costi dei parlamentariMa il referendum è a rischio

Monza – Rischia di naufragare il referendum per il taglio dei costi parlamentari. La raccolta firma ha spopolato sui social network, facebook e twitter. I cittadini erano informati, nonostante la quasi totalità della stampa nazionale abbia ignorato l’iniziativa.
La raccolta firme vuole abolire una legge del 1965 che determina l’indennità spettante ai membri del parlamento. Precisamente i 3.500 euro mensili che i parlamentari ricevono per il soggiorno a Roma che però arriva anche a chi nella capitale ci risiede. Chi ha indetto questa raccolta firme non ha fatto i conti con l’articolo 31 della legge numero 352 del 25 maggio 1970. Che stabilisce che non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per le elezioni di una delle camere medesime.
Lo sforzo quindi dovrà essere rimandato più avanti. Ma la larga adesione ha fatto capire che la questione agli italiani sta a cuore. Senza eccezione per Monza: i cittadini sono informati sull’argomento e c’è chi ha già lasciato il suo autografo in Comune.