Monza – “I presidenti delle Regioni chiederanno un incontro urgente con il capo del Governo, Mario Monti, per discutere “dei gravi problemi che i provvedimenti annunciati questa notte suscitano a riguardo della sanità e dei trasporti”. Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in una conferenza stampa in cui ha ribadito ancora una volta di avere sì “sposato sin dall’inizio la revisione della spesa”, ovviamente riferendosi a “spesa improduttiva, sprechi, diseconomie”. Qui invece “si tratta di tagli lineari” con gravissime “ripercussioni dirette sui servizi ai cittadini, siano essi pazienti o pendolari”.
“Non accettiamo questa logica – ha insistito Formigoni – che penalizza insopportabilmente le Regioni virtuose che non hanno sacche di inefficienza su cui applicare i tagli, tra cui la Lombardia certamente, unica ad avere i conti in pareggio”. “Noi presidenti di Regione – ha proseguito Formigoni – non stiamo affatto alzando una difesa corporativa. Siamo pronti a fare i sacrifici, come tutti. Anzi, vogliamo semmai essere coinvolti nel decidere come e dove si possono fare”. Se invece, ai 22 miliardi di minori stanziamenti per la sanità negli ultimi tre anni si aggiungeranno altri tagli lineari, questo costringerà a tagliare servizi. “E allora – ha detto ancora Formigoni – sia il Governo a dire quali dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) cancellerà, cioè quali prestazioni che le Regioni sono obbligate ad erogare gratis non dovranno essere più erogate”.
Allarme anche sul trasporto pubblico locale. Il termine “trasporto” curiosamente non sta scritto nel decreto, ma non vi può essere ombra di dubbio: si parla di minori trasferimenti dallo Stato alle Regioni per 700 milioni, e non vi è altro capitolo che abbia tale capienza. “E’ un taglio del 40% – ha spiegato l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo – rispetto ai 1.748 milioni iniziali previsti per il Tpl. Per l’anno prossimo si paventa un taglio dell’80%, 1.000 milioni su 1.200 previsti”. Per Cattaneo, percentuali di questa entità non possono indicare sprechi, ma tagli alla “carne viva dei servizi”. Stiamo parlando, più precisamente, del trasporto su ferro, che vede in Lombardia un movimento di 650.000 pendolari ogni giorno. Il rischio è di un taglio di 100 milioni alla Lombardia.
“Regione virtuosa anche nel trasporto – ha sottolineato Formigoni – che unica ha introdotto corse in più (ben 623 in tre anni) chiamando anche gli utenti a compartecipare con un aumento dei biglietti del 20%”. Ulteriori pesanti tagli, scandisce Formigoni, “fanno saltare il sistema”. “Non potremmo risparmiare 100 milioni – ha aggiunto Cattaneo – nemmeno tagliando le 623 corse in più, che valgono 60 milioni, né le corse con meno di 50 passeggeri, che ne valgono 10”. Insomma, secondo l’assessore, il Governo in questo settore sta portando avanti una politica “approssimativa e superficiale”. Anche perché risorse insufficienti renderebbero nulli, secondo il decreto 422 del 1997, i contratti di servizio. “Il Governo ci sottrae anche i fondi promessi a dicembre”, è l’allarme lanciato da Formigoni. Da questo nasce appunto la richiesta urgente di incontrare il premier Mario Monti.