Stop alla guerra alle luccioleRitirata l’ordinanza a Lentate

Il sindaco Massimo Sasso ha ritirato l'ordinanza anti prostituzione in vigore a Lentate sul Seveso. Questo a seguito della sentenza della Consulta che ha bocciato i cardini del decreto sicurezza del ministro Maroni. Ma è in cantiere la versione aggiornata ai dettami della Corte costituzionale.
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Lentate sul Seveso – A quasi due anni dall’introduzione dell’ordinanza anti prostituzione, multa da 500 euro al cliente beccato con la lucciola, il comune fa retromarcia e la revoca. Il provvedimento è stato firmato dal sindaco, Massimo Sasso, lunedì 2 maggio e la ragione rimanda alla sentenza numero 5 del 7 aprile 2011 della Corte Costituzionale, in cui si dichiara l’illegittimità costituzionale di parte dell’articolo 54 comma 4 del decreto legislativo 18 agosto 2000, Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, punto di partenza del pacchetto sicurezza voluto dal ministro Roberto Maroni, per dare maggiore autonomia agli enti locali.

Tra le possibilità lasciate alle pubbliche amministrazioni c’era il contrasto dell’accattonaggio e della prostituzione, Lentate decise di applicare quest’ultimo imboccando la strada della contravvenzione nei confronti dei clienti delle tante ragazze che vendono il proprio corpo in particolare lungo la Nazionale dei Giovi e nei Boschi della Brughiera in zona Cimnago. Nel corso del 2010 le multe spiccate sono state sessanta. Il Comune ha quindi perso l’unica arma per allontanare il fenomeno dal proprio territorio? Silvano Rovagnati, assessore alla sicurezza, mette subito le mani avanti e precisa: «Va bene abbiamo revocato la nostra ordinanza del 21 luglio del 2009, ma siamo già pronti a farne un’altra che rispetti i dettami della Corte Costituzionale».

Estensore sarà Mauro Colombo, comandante della polizia locale, ma intanto il ministro Maroni, durante uno dei molteplici incontri in occasione delle prossime elezioni, ha già dichiarato di predisporre un pacchetto sicurezza bis. Durissimo il commento di Massimiliano Costantin, capogruppo «Lentate Democratica», sul dietrofront dell’amministrazione Sasso, lui che da sempre ha bocciato l’ordinanza antiprostituzione: «Innanzitutto è sempre stata irregolare dal fronte della cartellonistica – dichiara deciso – sul territorio di Lentate non c’è nemmeno un cartello che informi gli automobilisti del provvedimento, quando basta superare la rotatoria dopo il Bennet, entrare in comune di Cermenate e vedere che esistono dei cartelli ben chiari con stilizzata una prostituta nell’approcciare un cliente. L’aspetto fondamentale però è un altro: il comune la deve smettere di punire i più poveri, i clienti, ma colpire i protettori, chi porta le ragazze in auto, chi le va a riprendere, chi distribuisce l’acqua mentre sono sotto il sole».
Cristina Marzorati