«Sgombrare il presidio immorale»Desiderati contro operai Yamaha

Un nulla di fatto nell'incontro in Provincia sulla cassintegrazione in deroga e l'invito, neanche troppo soft, del sindaco di Lesmo a levare le tende del presidio. Natale amaro per i 66 operai licenziati della Yamaha di Gerno.
«Sgombrare il presidio immorale»Desiderati contro operai Yamaha

Gerno di Lesmo – «Chiedere la cassa in deroga è immorale sentirò il prefetto per sgombrare il presidio». Queste le durissime parole del sindaco lesmese Marco Desiderati sulla questione Yamaha. «Credo che con il lodo firmato lo scorso luglio siano stati presi degli impegni per ricollocare i cassaintegrati – ha proseguito il primo cittadino -. Se poi i lavoratori preferiscono restare in cassintegrazione non accettando la proposta e arrivano a chiedere la deroga di un altro anno con la crisi che c’è, ritengo questa proposta immorale. Il presidio a mio parere non ha senso che vada avanti e nel nuovo anno mi sentirò con il prefetto per capire se si può sgomberare o meno, quello che è certo è che non mi siederò al tavolo delle trattative».

Gli assenti
– Infatti il Comune di Lesmo nell’incontro di ieri in Provincia con tutti i soggetti coinvolti nella trattativa era assente, come lo era anche Regione Lombardia, sebbene fossero stati fatti anche degli appelli. «Dimostri, signor sindaco, di essere sinceramente dalla parte dei lavoratori, anche quando si trova fuori dal palazzo – aveva scritto nella missiva indirizzata a Desiderati il circolo Pd di Lesmo – sostenendo, con determinazione, le richieste dei cassaintegrati di Yamaha. In questi giorni lei che è anche deputato della Repubblica, si sta opponendo alla manovra finanziaria del governo per difendere nel chiuso dell’aula parlamentare alcuni diritti dei lavoratori, che vengono pesantemente intaccati».
Nel frattempo il vertice di ieri mattina (nella sede della Provincia erano presenti gli esponenti della Cigl, della Cisl oltre al delegato rsu Angelo Caprotti, al rappresentante della Yamaha Luciano Tosatto e l’assessore della provincia Giuliana Colombo) è durato meno di due ore e al momento non c’è nessuna cassa in deroga per i lavoratori Yamaha.

Niente ammortizzatori
– «L’azienda ci ha fatto sapere che non chiederà un altro anno di ammortizzatori e ritiene la trattativa chiusa col lodo di luglio – ha spiegato il sindacalista Claudio Cerri -. Non capiamo onestamente questa scelta e riteniamo invece che ci siano tutte le condizioni per concedere la cassa in deroga magari ri-aggiornando e contestualizzando l’accordo di questa estate. Interpelleremo la Regione e i lavoratori per proseguire questo obiettivo».

Protesta avanti – Il presidio intanto va avanti in attesa di un nuovo incontro tra le parti che possa portare a una soluzione definitiva se nulla muterà dal 10 di gennaio scadrà la cigs e scatterà la mobilità per i circa 27 operai che hanno presenziato ieri mattina in via Grossi a Monza. Sul tema si è fatta sentire anche la coordinatrice Sel del circolo di Monza Mariagabriella Mansi. «Penso che le istituzioni non abbiamo interpellato abbastanza l’azienda per quanto concerne la responsabilità sociale di Yamaha – ha affermato l’esponente – credo che questo sia veramente importante di fronte a una situazione simile dove ci sono lavoratori e lavoratrici in presidio permanente davanti allo stabilimento lesmese dal 13 dicembre del 2010». Michele Boni