Seregno – «Tutto ciò che ho fatto come assessore, l’ho fatto nel rispetto delle leggi, in simbiosi con gli uffici ed informando sia il sindaco Giacinto Mariani che la giunta». Attilio Gavazzi, vicesindaco di Seregno tra il 2005 ed il 2011, esterna così il suo stato d’animo in relazione alle indiscrezioni secondo cui la Procura della Repubblica di Monza starebbe indagando su argomenti inerenti l’urbanistica seregnese.
«Personalmente -continua-, dalla Procura non ho ricevuto alcuna comunicazione, né vedo perché la dovrei ricevere. Se vogliamo parlare dell’iter del piano di governo del territorio, quel che è stato eseguito durante la mia esperienza assessorile è quel che contempla la normativa. I portatori di interesse hanno protocollato le loro istanze, che poi sono state girate all’estensore, che infine le ha inserite in una bozza. La quale, dopo essere stata a sua volta protocollata nell’agosto del 2009, avrebbe dovuto essere portata in commissione per aprire la fase della discussione.
A questo passaggio non siamo mai arrivati per il diniego del sindaco, che lo riteneva inopportuno vista la prossimità con le amministrative dell’anno seguente. Io comunque all’epoca ero già stato in pratica sfiduciato, poiché Alleanza nazionale, Lega Nord, Udc ed Amare Seregno consegnarono le loro linee guida proprio al primo cittadino, che si è sempre assunto, anche in consiglio comunale, ogni responsabilità. Del resto, l’assessore in aula non vota e non ha nemmeno il potere di firma, che spetta invece al dirigente comunale».
Anche sull’area ex Camisasca le idee sono chiare: «Chi pensa che abbia fatto un favore a qualcuno, sbaglia. La proprietà qui ha sì recuperato la volumetria esistente, ma ha realizzato un parcheggio a servizio della sede locale dell’Asl, pagato per intero gli oneri di urbanizzazione e versato un contributo extra di 300mila euro. Avessi voluto agevolarla, avrei fatto in modo che potesse godere di quegli scomputi di cui hanno goduto coloro che hanno realizzato i comparti della biblioteca e della posta. Sulla tempistica, va ricordato che la delibera relativa era stata adottata già prima del Natale di cinque anni fa e che nessuno presentò poi osservazioni.
La legge regionale è stata quindi modificata quattro giorni prima della seduta del consiglio comunale in cui era stata calendarizzata l’approvazione: il consulente legale del Comune e la Regione Lombardia, cui si rivolsero gli uffici su input del sindaco per avere delucidazioni, confermarono che la novità non aveva valore retroattivo e che potevamo procedere». L’ultima battuta è dedicata al ruolo di Andrea Attolini, architetto, spesso tirato in ballo in quanto suo genero: «Non capisco perché se ha fatto tanto clamore il famoso testamento di Sergio Pennati, che sosteneva che lui ed io avessimo gestito il Pgt a favore di Massimo Ponzoni, altrettanto clamore non ha fatto quel ha detto in tribunale lo stesso Pennati, ammettendo che questa era solo una sua supposizione».
Paolo Colzani