Monza – La costringevano a prostituirsi, a mendicare nei supermercati. La picchiavano e la stupravano, addirittura le ustionavano la schiena con un pentolino da cucina. Sono finiti in manette, venerdì sera, con l’accusa di riduzione in schiavitù, sequestro di persona, violenza sessuale, sfruttamento della prostituzione e lesioni un uomo e una donna di nazionalità rumena, di trent’anni. Tutto è partito da un controllo di routine in via Cavallotti. I carabinieri della stazione di Monza avevano individuato un gruppetto di persone. Due di questa, alla vista dei militari, hanno cercato di allontanarsi in tutta fretta. Insospettiti dal comportamento, gli uomini dell’Arma sono intervenuti e hanno controllato i documenti. Tutti in regola, tranne una trentenne romena sprovvista di documenti che, per questo motivo, è stata accompagnata in caserma per le procedure di identificazione.
La ragazza, sofferente e a disagio, è stata soccorsa dai militari che si sono fatti raccontare la sua storia. Arrivata in Italia nel giugno del 2012, è stata aiutata da un connazionale, che le aveva proposto di fare la badante alla madre. L’amico, però, si è trasformato in un aguzzino spietato che, con la complicità di un’altra ragazza, non ha avuto remore a minacciarla sistematicamente, privandola anche dei documenti identificativi. La trentenne è stata costretta a ripetute violenze sessuali, a prostituirsi e a travestirsi da zingara per mendicare nei centri commerciali della zona. Sempre chiusa in un’abitazione a Monza, veniva seviziata con un pentolino infuocato. I carabinieri sono subito intervenuti e hanno rintracciato di due aguzzini, fermato in via Arosio mentre stavano architettando di far perdere le proprie tracce. Ora si trovano al sicuro nel carcere di Monza.