Senago – Il Comune ordina al privato la demolizione di alcuni fabbricati abusivi. Peccato che al proprio interno ormai da tempo trovino rifugio oltre una cinquantina di animali. E’ particolarmente intricata la vicenda in cui, suo malgrado, è rimasta coinvolta l’associazione ”Il colibrì e il gattaccio”. Il gruppo, che vanta 120 soci ed una dozzina di volontari operativi, dal lontano 1992 si occupa della cura di animali abbandonati ma oggi rischia di non avere più una propria sede. «Fin dalla nostra nascita – spiega la referente Scolastica Pignata – abbiamo chiesto che venisse costruito un rifugio municipale perché, dal punto di vista dell’abbandono di animali, la situazione è drammatica. L’Amministrazione dell’epoca ci trovò uno spazio all’interno di una cascina di proprietà privata in via Isolino 22. Visto che però lo stabile era diventato pericolante, nel febbraio 2011 il proprietario ci ha fatto spostare all’interno dei prefabbricati dell’ex campo sportivo al civico 16». Quella che sembrava una sistemazione più sicura ora ha i giorni contati. L’area, come previsto in una convenzione tra il privato e l’allora amministrazione Rossetti, infatti è stata ceduta dal privato al Comune a scomputo degli oneri di urbanizzazione nell’ambito del piano di lottizzazione della fornace. Peccato però che l’ente pubblico per completare l’acquisizione dell’area pretenda la demolizione di tutti gli edifici che sono stati costruiti abusivamente nel corso degli anni. «Il fabbricato che utilizzavamo come deposito per la sabbia e per il cibo – continua Pignata – è già stato abbattuto e nei prossimi giorni toccherà ai tre che attualmente ospitano quaranta gatti, dieci conigli, dieci tartarughe d’acqua e cinque porcellini d’India. Non sappiamo cosa fare perché il privato ci ha offerto, sempre in una striscia di quell’area che però rimarrà di sua proprietà, un container come rifugio di tutti gli animali ma si tratta di una soluzione impraticabile. Ci siamo mossi per chiedere all’Amministrazione una proroga all’ordinanza di abbattimento anche perché ad oggi il Comune non sa cosa fare di quell’area». Al momento però sembra difficile trovare un punto d’incontro. «Se avessi la disponibilità di fondi e di spazi – replica il sindaco Lucio Fois – potrei soddisfare la richiesta di una nuova sede, ma purtroppo non ci sono possibilità. Si tratta di una questione tra privati, per cui l’associazione dovrà chiedere un nuovo spazio al proprietario. Come Comune, prima di acquisire l’area, abbiamo chiesto solo di sistemare tutte le pendenze precedenti».
Fabio Cavallari