Senago – Gli effetti della crisi economica si fanno sentire sempre più fortemente anche a Senago: sono quasi 400 i dipendenti di aziende del territorio sottoposti in questi giorni a provvedimenti di cassa integrazione. Ai più di duecento dipendenti della Cifa, che da mesi ormai proseguono in un regime di due settimane lavorative intervallate a due di astensione, si aggiungono infatti i lavoratori di ben altre cinque imprese. Brazzoli, Nicem, Cgm, Alpack e Baraldi: questi i nomi emersi nei giorni scorsi da un incontro tra le rappresentanze sindacali e l’assessore alle Attività produttive Mauro Lodi, per conoscere meglio la situazione di crisi ed elaborare strategie di superamento.
La realtà più grande è quella della Brazzoli, azienda che produce macchinari per il settore tessile. La cassa integrazione riguarderà 45 dei 63 dipendenti. “Si tratta – afferma l’Rsu – di una cassa integrazione ordinaria per 13 settimane; altri dipendenti andranno nelle prossime settimane a smaltire le ferie pregresse”. Non è la prima volta, negli ultimi anni, che la Brazzoli instaura la casa integrazione: “Producendo – continuano i rappresentanti sindacali – macchinari per le industrie tessili, siamo inevitabilmente legati all’andamento di queste ultime”.
Il settore del tessile è già di per sé soggetto a un andamento altalenante: “Anche negli scorsi anni – fanno sapere dalla dirigenza dell’azienda – è capitato che venissero a mancare delle commesse, difetto a cui abbiamo fatto fronte allargando sempre di più il nostro mercato; attualmente più del 90 per cento del nostro prodotto è per le esportazioni”. Sia i rappresentanti sindacali che la dirigenza concordano però su un punto: l’attuale crisi ha caratteri diversi rispetto agli anni precedenti: “Nelle altre occasioni, come nello scorso maggio, la cassa integrazione era durata solo poche settimane, perché la produzione era subito ripresa; stavolta non riusciamo ad avere certezze, perché anche nei paesi stranieri le aziende del tessile paiono restie a investire”.
Ma anche altre aziende hanno dovuto porre in cassa integrazione i propri dipendenti: la Nicem di via Togliatti con 30 lavoratori; la Cgm, presente da ben 56 anni in via Buozzi, con 25 dipendenti; la Alpack e la Baraldi con 20 lavoratori. “In tutti i casi – si apprende dai referenti Fiom – si tratta di una cassa integrazione ordinaria, richiesta finora per un solo ciclo”.
Samuele Benelle