“Se scavalchi la cinta ti sparo”Cartello anti ladro a Carate

Non ne poteva più Piero Porati, 84 anni, argonauta, delle incursioni dei ladri in casa sua. Così ha messo il cartello con la scritta: Se scavalchi questa cinta ti sparo". E confessa: "Non sono capace di farlo davvero; però come deterrente funziona".
“Se scavalchi la cinta ti sparo”Cartello anti ladro a Carate

Monza – Sul parapetto del Naviglio Grande a Milano l’avviso «Ladri, vi spariamo dalle case». A Carate, su un’inferriata di una villettta in via Bezzecca, i cartelli «Tu scavalca questa cinta, e io ti sparo». Chiari messaggi contro malintenzionati, che suonano come una sorta di inno alla giustizia fai da te. Ha fatto il giro di tutta Italia, questa settimana, la presa di posizione di un milanese senza volto né nome, esasperato per le continue aggressioni e rapine a runner e ciclisti lungo la pista ciclabile del Naviglio Grande.

Appesi al parapetto sono spuntati tre cartelli scritti a mano accompagnati, in una cartellina trasparente formato A4, da tanto di cartuccia calibro dodici da caccia. A Carate, una simile iniziativa, ideata qualche anno fa, è frutto del primo argonauta italiano, il vulcanino Piero Porati che ha attraversato i cieli di tutto il mondo con la sua mitica mongolfiera.

Spiega l’ottantaquattrenne nato a Renate ma da oltre cinquant’anni residente a Carate, in via Bezzecca: «Dopo il terzo furto in casa, non ce la facevo più. Allora sono andato da un amico e gli ho commissionato sei targhette con la scritta: “Se scavalchi, ti sparo”». Le sei targhette sono state installate lungo la inferriata della sua villetta, monito eloquente ai topi di appartamento. Racconta: «I ladri sono entrati in casa mia tre volte. Per due volte mi hanno rubato la macchina. La seconda volta l’auto, una Citroen Xantia, è stata ritrovata dai carabinieri dopo qualche giorno: l’avevano usata per mettere a segno un altro furto in villa. Così mi è venuto il pallino del messaggio per i ladri. Basta, non ne potevo più».

Da allora, forse più per scaramanzia, i cartelli non sono più scomparsi. Spiega Porati con orgoglio: «La mia idea funziona? I ladri non sono più venuti in casa mia. Hanno visitato altre case, anche qui vicino, ma da me non sono più entrati. Ho esagerato? Ma no. Non sarei mai capace di sparare davvero: non voglio mica finire in prigione. Però è un avvertimento che funziona: rubano in giro ma da me no».

Terminati gli studi artistici all’Accademia di Brera, Porati ha soggiornato a lungo in Inghilterra, dove ha assimilato alla perfezione tutti i segreti del volo aerostatico e dove si è fatto costruire il suo primo pallone. Portata a Carate nel 1972, la mongolfiera fu battezzata col nome di “Italia 1” e Porati ricevette dalla Presidenza della Repubblica la stella al merito della solidarietà. Due anni dopo, a Carate, il comandante fondò il primo gruppo aerostatico italiano. Il 21 maggio 1977 ottenne il rilascio della prima licenza italiana (brevetto di pilota di pallone libero N°1). Successivamente anche la licenza di primo istruttore per la formazione di piloti di mongolfiera.
a. br.