«Se otterremo i danni di Infinitouna scuola a Falcone e Borsellino»

Potrebbe arrivare prima di Natale la sentenza del processo con rito ordinario per la maxi operazione anti 'ndrangheta Infinito. Se il Comune di Desio otterrà il risarcimento di un milione di euro, 25 euro simbolici per ogni cittadino, lo userà per sistemare le scuole e realizzare una nuova materna.
«Se otterremo i danni di Infinitouna scuola a Falcone e Borsellino»

Desio – Potrebbe arrivare prima di Natale la sentenza del processo con rito ordinario per la maxi operazione anti ‘ndrangheta Infinito. E I desiani potrebbero trovare sotto l’albero un bel “regalo”. Al processo con rito oridinario, in corso presso il tribunale di Milano, il comune di Desio, insieme ad altre amministrazioni comunali e alla Regione Lombardia, si è costituito parte civile. E ha chiesto il risarcimento di un milione di euro, 25 euro simbolici per ogni cittadino.

“Se dovessero arrivare quei soldi – annuncia il sindaco Roberto Corti – li useremo per le scuole. I nostri istituti scolastici hanno bisogno di manutenzione. E c’è anche bisogno di una nuova scuola materna, che potremmo intitolare ad una vittima della mafia, magari ai giudici Falcone e Borsellino”. La costituzione di parte civile al processo Infinito, sia nel rito ordinario che in quello abbreviato (già concluso), è stato il primo atto assunto da Roberto Corti, non appena si è insediato con la sua giunta, nel giugno 2011.

“Con l’operazione Infinito la città ha subito un grave danno d’immagine. Desio è balzata agli onori della cronaca come la città della ‘ndrangheta e noi non lo accettiamo. E’ giusto chiedere un risarcimento. Insieme ai nostri avvocati, abbiamo deciso di chiedere un milione di euro ai presunti ‘ndranghetisti”. Nel corso dell’udienza che si è tenuta giovedì, nell’ultima requisitoria, il pm Alessandra Dolci ha avanzato le sue richieste di condanna. Per Pio e Domenico Candeloro, membri della “locale” di Desio, ha chiesto 24 e 20 anni di carcere.

In tutto, nel rito ordinario, sono 40 gli imputati, tra cui l’imprenditore Ivano Perego, per cui sono stati chiesti 14 anni e 6 mesi di carcere e Marcello Chiriaco, ex direttore della Asl di Pavia, per cui sono stati chiesti 13 anni e mezzo di carcere. Un primo filone dell’inchiesta Infinito si era chiuso un anno fa con 110 condanne in rito abbreviato davanti al Gup del tribunale di Milano Roberto Arnaldi. Tra gli imputati, anche Annunziato Moscato, presunto capo della locale di Deesio, condannato a 11 anni di reclusione. 8 anni invece per Giuseppe Sgrò e quasi 7 al fratello Edoardo, entrambi membri della locale desiana.

L’operazione Infinito, culminata nel blitz del 13 luglio 2010, aveva portato in carcere 300 persone tra la Lombardia e la Calabria. E aveva rivelato la presenza radicata della criminalità organizzata anche al Nord, Brianza compresa. Dopo gli arresti, che a Desio suscitarono scalpore per i legami degli arrestati con alcuni politici locali, rivelati nelle intercettazioni, nel novembre 2010 il consiglio comunale si sciolse. E si arrivò alle elezioni, nella primavera 2011, con la vittoria di Corti.
P.F.