Monza – Le indagini di Cogne, Garlasco, Erba, hanno consacrato l’importanza delle investigazioni scientifiche. Eppure c’è ancora molto da fare per sfruttare al massimo le opportunità che da questo settore possono derivare per le indagini. «Non si è ancora capito del tutto -spiega Garofano- l’importanza della scena del crimine e quanto può restituirci». Comincia a passare il principio che il luogo in cui si è verificato un crimine va preservato il più possibile per permettere di raccogliere elementi utili all’inchiesta. Ma il problema non riguarda solamente le forze dell’ordine: ci sono ad esempio i volontari del soccorso, i vigili del fuoco, la Polizia locale, persone, quindi, che intervengono sul luogo del delitto con altre finalità rispetto a quelle delle indagini. «Dobbiamo migliorare le conoscenze -continua Garofano- di chi interviene insieme a noi. Sono concentrati su altri obiettivi e a volte senza rendersene conto contaminano la scena del crimine». La cultura delle investigazioni scientifiche va quindi estesa anche in questo senso. Le circostanze in qualche occasione possono portare a modificare parecchio la scena del crimine. Il luogo del delitto, comunque, dà sempre indicazioni, e quando le cronache parlano di una scena «irrimediabilmente compromessa» spesso esagerano. Nonostante gli errori, insomma, non tutto è compromesso anche se ci sono tracce esigue e invisibili a occhio nudo che devono essere trattate con procedure differenti. «Se si interviene sulla scena di un crimine -chiosa Garofano- è sempre meglio documentare fotograficamente quello che c’è. E oggi, grazie alle telecamere digitali e ai telefonini che hanno questa possibilità, non dovrebbe essere difficile. In generale bisogna seguire procedure il meno invasive possibile, senza avvicinarsi alla vittima se non è proprio necessario». Una questione di formazione, quindi, per tutti coloro che per motivi diversi possono trovarsi sul luogo delitto e anche per la polizia giudiziaria per la quale sarebbe meglio creare delle unità che hanno come compito esclusivo l’intervento di questo tipo. Una specializzazione che dovrebbe diminuire le percentuali di errore. Nel frattempo sta passando in parlamento (approvata da un ramo ma non ancora dall’altro) l’istituzione della banca dati del Dna, già presente in molti altri Paesi ma non in Italia. Così sarà più semplice sapere se nel posto dove è stato commesso un crimine era presente una persona che già in passato ha commesso reati.