Carate – Ancora brianzoli nella maglia di «italia.programmi». Allo sportello di Adiconsum Brianza, nei giorni scorsi, si sono presentati due giovani caratesi e un albiatese, tutti e tre incappati nell’inganno che corre da tempo sul filo della rete, e che dalle Seychelles è arrivato più volte fino in Brianza.
Il servizio on line, come smascherato dalle autorità, nasconde in realtà un tentativo di estorsione ai danni di inconsapevoli utenti della rete che, credendo di scaricare software gratuiti sul proprio computer, si vedono recapitare a casa fatture relative alla sottoscrizione di abbonamenti annuali per servizi telematici mai richiesti.
I malcapitati hanno infatti l’amara sorpresa di aver sottoscritto un contratto di abbonamento a dei non meglio specificati servizi. E viene chiesto loro di versare 96 euro al portale di download www.italia-programmi.net, che fa riferimento alla società Estesa Limited, con base operativa alle Seychelles. E’ successo anche ai tre brianzoli, gli ultimi tre di una lunga serie.
Marzio Galliani, referente dell’associazione Cisl che tutela i consumatori, lancia l’allarme: «Non bisogna pagare un euro perché l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, la Agcm, ha già intimato alla società Estesa Limited di sospendere ogni attività diretta a pubblicizzare la fruizione gratuita di software scaricabili dal loro portale. Sono emersi elementi inequivocabili che dimostrano che l’attività svolta consisteva nella diffusione di informazioni ingannevoli sulla natura del servizio e aggressività per indurre i consumatori al pagamento».
La truffa del sito internet italia-programmi ha colpito ancora. Tre i brianzoli che negli ultimi giorni si sono visti recapitare a casa una lettera, spedita tramite posta ordinaria, che sollecita il pagamento di una fattura di 96 euro per aver usufruito di un servizio del sito www.italia-programmi.net.
«Non avendo fatto ricorso al diritto di recesso entro dieci giorni, siamo lieti di poterla annoverare tra i nostri clienti», recita la nota che chiede agli ignari clienti del portale di provvedere al pagamento della quota, «onde evitare di incorrere in spese di ingiunzione supplementari».
La lettera, non solo minaccia, in caso di mancato pagamento, che la documentazione sarà passata all’ufficio recupero crediti della società, ma applica alla somma richiesta altri 8,50 euro di «commissioni di sollecito», per un totale di 104,50 euro. Impossibile ottenere spiegazioni da parte dell’azienda, la Estesa Limited con sede nelle Seychelles. Al numero di telefono indicato nella lettera, infatti, non risponde alcun operatore.
a. br.