Monza – Un ragazzo, non fosse per quei baffetti grigi e per quell’immagine, sempre uguale, impressa nella memoria del pallone in bianco e nero. Un ragazzo, diretto e coraggioso nel non barcamenarsi tra frasi di comodo, tra luoghi comuni. Sandro Mazzola, 67 primavere alle spalle da una manciata di giorni, si smarca dall’ovvietà di un discorso con lo stesso piglio con cui saltava l’uomo, nella Grande Inter e con l’italica casacca azzurra. Più di cinquant’anni spesi per il calcio, che a differenza sua tanto è cambiato nel corso degli anni. “Quel che c’è di diverso, rispetto a prima, è ciò che sta fuori dal rettangolo verde”, spiega la mezzala che contribuì a costruire la leggenda di Helenio Herrera e Angelo Moratti. “Ho visto la nuova pubblicità di Totti, in tv. E la memoria va alle battaglie del sindacato calciatori, a fine Anni 60. Ai problemi con gli stipendi, l’impossibilità stessa di fare spot, la tutela sanitaria. In quel senso sì, è cambiato davvero molto”.
st.ar.
L’intervista integrale a Sandro Mazzola sulle edizioni de Il Cittadino di giovedì 19 e sabato 21 novembre
Sandro Mazzola si racconta”Ecco com’è cambiato il calcio”
