Rapina in banca a gennaio Intercettazioni, poi l’arresto

Avevano agito a volto scoperto. Uno aveva intimato al cassiere di consegnargli i soldi, facendogli capire di avere una pistola in tasca. L'altro con un coltello in mano aveva ordinato ai clienti di stare tranquilli. 
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Paderno Dugnano – Il 14 gennaio avevano messo a segno un colpo alla filiale del Credito Artigiano di via Rotondi. Erano scappati con un bottino di 12 mila euro. Dopo poco più di due mesi di indagini, i carabinieri dell’aliquota operativa di Desio li hanno arrestati. In manette, mercoledì all’alba, sono finiti due uomini di Cinisello Balsamo, Massimo S. 44 anni, e Gianluca P. 32 anni. In carcere anche un complice, Giuseppe D.B. 47 anni, di Muggiò. Tutti e tre sono incensurati. Per questo non è stato semplice, per gli investigatori, identificarli. Una volta individuati, i tre sono stati tenuti sotto controllo con intercettazioni ambientali e telefoniche. 

I sospetti dei carabinieri sono stati confermati dalle analisi dei Ris di Parma sulle impronte lasciate nella banca di Paderno. Così mercoledì i militari desiani hanno eseguito nei loro confronti le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip di Monza Licinia Petrella su richiesta del pm Flaminio Forieri. Grazie alle intercettazioni, i carabinieri hanno ricostruito i movimenti della banda. Almeno due le rapine accertate. Ma i malviventi erano pronti ad entrare in azione in mezza Brianza. 
Avevano già effettuato sopralluoghi a Desio, Muggiò, Nova Milanese, Sesto San Giovanni e Cinisello. A Sesto San Giovanni hanno compiuto una rapina il 22 febbraio scorso. Uno di loro, Gianluca P., era stato fermato dai carabinieri di Sesto San Giovanni. Dopo il suo arresto, i complici hanno rallentato l’attività. Ma restavano sempre pronti. In pratica, prendevano di mira le banche considerate più adatte, tenendo in considerazione vie di fuga e punti di appoggio. In un caso, per esempio, volevano entrare in azione in un istituto di credito vicino all’abitazione della sorella di uno dei tre. “Dopo il colpo, ci nascondiamo a casa di mia sorella” ha detto il malvivente ai complici. Oppure la banda studiava come sfuggire ai carabinieri. “I militari potrebbero arrivare da quella via” dicevano tra di loro, non sapendo di essere intercettati. Erano sicuri di sé perché non avevano precedenti penali. Più difficile quindi individuarli. 
A Paderno avevano agito in due, a volto scoperto. Si erano messi in fila, come normali clienti. Uno aveva intimato al cassiere di consegnargli i soldi, facendogli capire di avere una pistola in tasca. L’altro con un coltello in mano aveva ordinato ai clienti di stare tranquilli. Nel corso delle indagini è spuntato il terzo complice, il quarantasettenne di Muggiò. Anche lui partecipava ai sopralluoghi. Ma non gli è stata contestata la rapina. Nei suoi confronti, come per gli altri due, è scattata l’accusa di spaccio di droga. I carabinieri infatti hanno intercettato mezzo chilo di hashish.
P.F.