Province, la corte costituzionalerinvia decisione sul ricorso

Alla fine tanto tuonò che piovve. C'era molta attesa per la decisione della Corte Costituzionale sul ricorso presentato da otto Regioni italiane sulla legittimità decreto Salva Italia sul futuro delle province. Alla fine i giudici hanno deciso di rinviare a data da destinarsi la sentenza.
Province, l’allarme del governoSenza il riordino si prevede il caos

Monza – Alla fine tanto tuonò che piovve. C’era molta attesa in merito alla decisione della Corte Costituzionale sul ricorso presentato da otto Regioni italiane sulla legittimità decreto Salva Italia sul futuro delle province. Alla fine i giudici hanno deciso di rinviare a data da destinarsi la sentenza non assumendosi, di fatto, la responsabilità di una decisione.
Il vicepresidente vicario dell’unione Province italiane Antonio Saitta ha sottolineato la mancata pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del nuovo decreto legge sul riordino delle Province, approvato ormai da cinque giorni, fermo nelle stanze del Governo e firmato dal capo dello Stato.
La Corte ha deciso di attendere che venga pubblicato in “Gazzetta Ufficiale” il decreto legge. Secondo le Regioni che hanno inoltrato il ricorso (Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Molise, e Sardegna) l’articolo avrebbe un vizio di incostituzionalità perché avrebbe svuotato le competenze delle Province e modificato il loro sistema elettorale.

L’Upi ha chiesto al Governo di porre fine alla decretazione d’urgenza sulle tematiche istituzionali, per consentire al Parlamento di svolgere a pieno il suo ruolo indicando con certezza quali sono le funzioni, le dimensioni e il sistema di elezione degli organi di governo delle Province. Con il Salva Italia infatti le Province diventano enti di secondo grado e i cittadini non eleggeranno più presidente e consiglieri. In caso quindi il ricorso venisse accolto le Province resterebbero di primo livello e i cittadini continuerebbero a eleggere i loro organismi.