Profughi libici, servono altri aiutiIl costo: 10 centesimi ad abitante

Emergenza profughi dalla Libia: il Vimercatese va avanti. Chiusi i rubinetti statali di finanziamento il 28 febbraio, i Comuni di questa parte di Brianza si sono detti favorevoli a mettere mano al portafogli per garantire un massimo di altri quattro mesi al progetto di accoglienza Zaccaria.
Profughi libici, servono altri aiutiIl costo: 10 centesimi ad abitante

Vimercate – Emergenza profughi dalla Libia: il Vimercatese va avanti. Chiusi i rubinetti statali di finanziamento il 28 febbraio, i Comuni di questa parte di Brianza si sono detti favorevoli a mettere mano al portafogli per garantire un massimo di altri quattro mesi al progetto di accoglienza Zaccaria, qui gestito dal consorzio CS&L di Cavenago. Con una sola defezione, quella di Aicurzio che ha detto no alla prosecuzione con relativo esborso. La spesa a carico delle casse comunali sarà di dieci centesimi per abitante.

Il costo complessivo di questo ultimo spezzone vimercatese di progetto sarà di circa 45mila euro, dei quali 14mila a carico dei Comuni, 20mila cofinanziati dallo stesso Consorzio e una parte arriverà dagli altri 20mila euro messi a disposizione della fondazione della comunità di Monza e Brianza da suddividere però sull’intera Provincia brianzola. Dagli iniziali sessanta, oggi sono trenta i richiedenti asilo ancora in carico all’accoglienza e si tratta di famiglie, tutte accasate in appartamenti. «Il costo maggiore da sostenere è proprio quello degli alloggi – ha specificato Enrico Davolio, presidente di CS&L -. Puntiamo a portare avanti per altri due-quattro mesi un progetto che, fin dal suo esordio, si è mosso per dare autonomia a queste persone, dunque innanzitutto un lavoro».

Iter che in molti casi ha funzionato, grazie anche alla sinergia tra corsi di avvio al lavoro del canale provinciale, rivolti alla generalità della popolazione migrante, e al circuito attivato dallo stesso consorzio, quindi innanzitutto cooperative. «Qualcuno ha lasciato l’Italia, con la speranza di trovare lavoro in altri Paesi nell’arco dei soli tre mesi di soggiorno concessi, qualcun altro aveva invece contatti all’estero e ha raggiunto questi conoscenti, altri si sono spostati e sono rimasti comunque in Italia. Nel contesto più generale sono molti i richiedenti asilo che si stanno spostando al sud, per trovare lavoro come stagionali – ha raccontato Davolio, riferendosi alla trentina di profughi che non sono più in carico al progetto -. Altri ancora sono rimasti qui in zona e si sono inseriti tramite i tirocini, sistema che ha permesso loro di farsi conoscere dai datori di lavoro, e grazie al periodo di contribuzione quasi totalmente pagata con le risorse del progetto. Le mansioni sono soprattutto di addetti alla pulizia e alla manutenzione del verde».
Anna Prada