Picchiò senegalese in un barLentatese condannato a 4 mesi

Lentate – Si è concluso con una condanna il procedimento penale per l’ennesimo episodio di violenza perpetrato nei confronti di un anziano senegalese. Raffaele P, 35 anni, residente in città, dovrà ora scontare quattro mesi di reclusione oltre a far fronte al pagamento delle spese processuali. L’uomo è stato riconosciuto colpevole dei reati di lesioni aggravata e danneggiamento dal giudice del Tribunale di Desio, Anna Letizia Brambilla, che ha emesso la sentenza martedì mattina. Sullo sfondo uno scenario di intolleranza razziale che è sfociato in una vera e propria aggressione nei confronti di un extracomunitario residente a Vercelli, di nazionalità senegalese, che all’epoca dei fatti aveva 71 anni.

L’episodio risale al febbraio del 2007 ed è avvenuto davanti al “Dago’s Bar”, in piazza San Vito. Il senegalese, la sera del quattro febbraio, erano circa le 20, si era infilato all’interno dell’esercizio commerciale. Probabilmente voleva cercare di vendere, come sua consuetudine, alcune copie di dvd e cd musicali contraffatti. Raffaele P., già iscritto nel casellario giudiziale, alla vista dell’anziano straniero, gli muoveva alcune critiche in merito alla qualità del materiale da lui proposto: «Guarda che questa roba non è buona. Sul dvd invece dei film ascolto la musica e sui cd ci sono i film». Il senegalese avrebbe risposto in malo modo dopodiché si sarebbe seduto in un angolo in fondo al bar. Il lentatese non aveva però gradito e dopo essersi diretto al tavolo del 71enne lo avrebbe invitato fuori dal locale dove sono volate parole pesati poi degenerate in un’aggressione. Il giovane ha brandito una bottiglia di birra e ha colpito l’ambulante sul sopracciglio sinistro (medicato poi al pronto soccorso). A questo punto lo straniero è saltato sulla sua macchina, una Opel Kadet, per darsi alla fuga, ma Raffaele P, con la stessa bottiglia di prima ha mandato in frantumi lo specchietto retrovisore dell’auto e ha danneggiato il parabrezza anteriore.

Nella motivazione della sentenza del giudice Brambilla si legge anche che i testi chiamati in aula per fare chiarezza sulle circostanze dell’episodio, «hanno omesso di riferire circostanze sfavorevoli all’imputato» in quanto conoscenti e amici dello stesso. Una reticenza grave che non ha però influito con la decisione finale del magistrato che aveva comunque abbastanza informazioni per procedere
I.ba.