Muggiò, nuova informativa:i giornalisti? Imbavagliati

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Muggiò L’amministrazione imbavaglia i funzionari pubblici. È entrato in vigore la scorsa settimana, con una circolare interna al comune, il provvedimento che di fatto proibisce ai funzionari di parlare con i giornalisti senza il filtro della politica: per avere informazioni dai tecnici del comune, insomma, prima sarà necessario chiedere il «permesso» del sindaco o dell’assessore competente.

Una decisione che lascia quantomeno perplessi: è proprio necessario un politico per leggere i dati della Polizia locale, dell’Anagrafe o dello smaltimento dei rifiuti? Per il resoconto di un incidente o per informazioni sulle modalità di realizzazione di un”opera pubblica”?

Il sindaco Pietro Zanantoni si dice stupito da tanto clamore: «Mi meraviglia – ha commentato – che un normale provvedimento di questo tipo faccia notizia. La circolare impone semplicemente ai funzionari di chiedere alla parte politica, che sia il sindaco o l’assessore di riferimento, prima di fornire informazioni alla stampa. Succede nella maggior parte delle organizzazioni pubbliche e nelle stesse aziende. È questione di equilibrio e di rispetto dei ruoli, nulla più, per evitare problemi. Un conto è fornire semplici dati asettici, che va bene, un conto scendere in commenti o spiegazioni, tecniche o politiche, che non va bene».

A onor del vero le aziende sono enti privati e per quanto riguarda quelli pubblici, nemmeno la Provincia o il comune di Monza (per citare quelli più importanti della nostra zona) hanno adottato una linea di questo tipo. Secondo Carlo Fossati (Pd), però, non sarebbe la stampa l’obiettivo del provvedimento: «Non ho ancora avuto la possibilità di leggere questa circolare – ha commentato – Francamente, però, non è facile capirne il senso. Se l’obiettivo era quello di richiamare i funzionari a non esprimere ai giornalisti loro personali opinioni ma di limitarsi a fornire dati «asettici» sull’attività dei propri settori, non ci sarebbe stato bisogno di una circolare ad hoc, perché questa è una prassi ormai consolidata.

Ma forse il motivo era un altro: ad esempio intimidire i funzionari e impedire loro di parlare coi giornalisti per paura che venissero svelate strategie o retroscena poco commendabili del palazzo. Una sindrome del sospetto già manifestata dal sindaco nel penultimo consiglio comunale con un attacco violento e infondato ad un funzionario, accusato di essere una specie di «gola profonda» al servizio della minoranza consigliare. Lo considero estremamente grave».
Luca Scarpetta