Desio – Due patteggiamenti e due rinvii a giudizio per l’incidente sul lavoro del 27 gennaio 2010, costato la vita al trentaduenne Rachid Chaiboub, operaio marocchino di Bovisio Masciago, rimasto intrappolato negli ingranaggi di una macchina spargisale in un magazzino della Parravicini srl di via Sabotino a Desio. Un anno e quattro mesi, dunque, la pena patteggiata davanti al gup Maria Rosaria Correra da Bruna Colombo e Stefano Parravicini, rispettivamente amministratori unici della Parravicini Stefano Srl, e della P.S. Valera Scavi srl.
Danno risarcito, inoltre, per i familiari del lavoratore nordafricano. Rinvio a giudizio, invece, per Adriana Bianchi e per Pietro Corapi, la prima responsabile della sicurezza per la Parravinici Stefano Srl, il secondo in qualità di assistente tecnico preposto della Parravicini Stefano, e coordinatore dell’attività di distribuzione del sale sulle strade provinciali. Omicidio colposo, l’accusa contestata dal pm Vincenzo Fiorillo. Il capo d’accusa parla di “colpa e negligenza”, consistite nell’aver fornito agli addetti la macchina spargisale “priva dei sistemi di sicurezza”, come il “pulsante di emergenza per il blocco immediato”, oltre che “priva di idonea segnaletica indicante le zone di pericolo e le operazioni vietate”.
L’accusa, inoltre, contesta la “mancanza di informazioni adeguate circa i rischi connessi all’uso del macchinario, e del pericolo “legato alla rimozione delle griglie con la spargisale in moto”. Chaiboub, infatti, è morto durante l’effettuazione di lavori di pulizia, introducendosi (o cadendo a seguito di un malore) attraverso le griglie nel mezzo in funzione, restando di fatto “imprigionato nell’ingranaggio e morendo soffocato (per “asfissia meccanica” della cassa toracia). Per i due imputati, il processo è stato fissato al prossimo ottobre, davanti al tribunale di Desio (giudice Simona Improta).
Federico Berni